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Comunicato # 11 – Scuola


Le politiche sulla scuola sono competenza dello Stato e a discrezione del Ministero della Pubblica Istruzione. Ai Comuni resta solo l’ambito edilizio delle strutture scolastiche che spesso e volentieri interpretano come devastazione edilizia con progetti architettonici ispirati a ‘non luoghi’ anziché ristrutturazione e abbellimento dell’esistente. In controtendenza con il resto del paese ad Orvieto i fondi stanziati dalla regione, e ripartiti dalla provincia, sono stati destinati alla ristrutturazione e messa a norma degli edifici esistenti. Nonostante nel nostro comune ci siano più luci che ombre non poteva mancare un’ultima trovata dei nostri amministratori nell’alzare le rette per i più svantaggiati e diminuirle per i più agiati e di affidare ad una banca il servizio di incasso per la mensa.

In questo importante e vitale settore si è fatto troppo spesso uso di esternalizzazione di servizi legati all’istruzione scolastica che ci ha portati in una situazione di squilibrio a discapito della qualità, dell’efficienza, e dell’etica che devono contraddistinguere l’istruzione. La qualità della formazione e di conseguenza i modelli formativi, sono fondamentali fin dai primi anni di vita e questa qualità non può e non deve essere delegata ad una prevalente discriminante economica. Le esternalizzazioni, essendo gestite da privati, incentivano la logica di business e danno allo studente una visione distorta che non dovrebbe avere nulla a che fare con la scuola della vita.

Si sente sempre più parlare, in ambito nazionale ed estero, di scuole virtuose che utilizzano gli orti scolastici per approvvigionare le mense degli istituti stessi. L’autoproduzione di cibo, è terreno fertile per lo studio dell’auto-sostentamento, dello studio della botanica e della trasformazione agro-alimentare, dei processi che naturalmente in natura avvengono e dai quali ci siamo sempre più allontanati. E’ parere sempre più diffuso nella moderna pedagogia (ma non solo) che l’apprendimento abbia bisogno di un catalizzatore fondamentale: la creatività. Questo nuovo modello di istruzione non può che appoggiarsi su una struttura fondamentale: il laboratorio.

Molte famiglie si trovano in sempre maggiore difficoltà a causa dei sempre più frequenti tagli all’istruzione pubblica, che provocano, tra gli altri disagi, l’importante riduzione dei tempi prolungati. Inutile dire che le famiglie dove entrambi i genitori lavorano e sostengono turni che si protraggono nel pomeriggio, si trovino in una situazione di forte disagio e frustrazione. La scuola ha il dovere di fare tutto ciò che è possibile perché i cambiamenti siano governati e non subiti.

azioni

Iniziare un processo che porti alla progressiva diminuzione delle esternalizzazioni private.

Censire tutte le strutture recuperabili ed inserirle in un piano di recupero che possa ampliare l’offerta scolastica per la nostra città.

Insegnare agli studenti che cosa significa efficienza energetica, facendoli partecipare attivamente alle veriche delle migliorie apportate agli edifici nei quali studiano.

Strutturare i corridoi delle scuole di armadietti personali, nei quali stivare tutto il materiale in eccesso del quale non si sente il bisogno di portare avanti e indietro da casa. Questa soluzione, oltre a migliorare l’umore e la salute, pone lo studente in una condizione di maggior responsabilità nell’organizzare ciò che veramente serve per il successivo giorno di studio o per i compiti a casa.

Ridurre le spese superflue operate dal comune per l’acquisto di nuovi arredi.

Regolamentare l’auto-produzione di cibo utilizzando gli orti scolastici e per sopperire alle mancanze, istituire una rete GAS scolastica = (Gruppo Acquisto Solidale) che incentivi l’acquisto di beni a Km.zero e dando precedenza ai produttori locali che applicano criteri di conservazione dell’ambiente e cura naturale delle colture e delle produzioni animali.

Adibire strutture, anche in comune con più scuole, a laboratori scolastici, recuperando edifici e spazi aperti, fattorie didattiche, botteghe artigiane, teatri, etc… I laboratori dovrebbero essere inoltre autogestiti, al di fuori degli orari scolastici, da gruppi di studenti interessati a continuare le attività, usufruendo degli strumenti messi a disposizione e regolamentandone la responsabilità in tale ambito.

Garantire un servizio dopo-scuola che possa coprire 5 giorni la settimana le fasce orarie scoperte, utilizzando ludoteche, spazi-compiti, laboratori (teatrali ad esempio), garantendo anche maggiore occupazione per insegnanti che si trovano in una situazione di disoccupazione grave e prolungata, o impegnando gli insegnanti precari, già inseriti nelle scuole stesse dove viene a mancare il tempo prolungato. Questo servizio deve essere garantito dal Comune di Orvieto, gratuitamente.

Fornire un computer per classe, istituendo una rete delle scuole di Orvieto, aperta anche al world wide web, istruendo gli insegnanti ad utilizzare gli strumenti basilari per poter comunicare, organizzare, dare feedback sulle attività svolte agli altri insegnanti, prèsidi, genitori etc…

Promuovere la formazione di nidi aziendali attraverso accordi e incentivi ad aziende che dispongano di spazi adeguati e di un numero di dipendenti che giustichi un servizio di questo tipo.

 

  1. 19/09/2012 alle 16:17

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    Test

  1. 19/09/2012 alle 16:20

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