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Dallo jus soli allo jus sotto-soli.


urloIn uno stato dove si applicano sanzione per i soccorritori spacciandole per contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, secondo il dettame della legge criminale apportato dalla Bossi-Fini (189/2002), non si può parlare né di stato italiano né europeo: è uno stato di merda! Il punto è la totale, disarmante, imbecillità dimostrata nell’affrontare un problema epocale come quello della immigrazione sulla scorta di un episodio di follia criminale commesso proprio dai governi che vorrebbero regolarlo.

A Lampedusa il 3 Ottobre 2013 non abbiamo assistito ad una tragedia ma ad una strage dove i mandanti e gli esecutori hanno nomi e cognomi. E non ci si può pulire l’anima con uno o due minuti di silenzio. Occorrerebbe una vita di Vergogna! Questi assassini con le loro putride leggi hanno alzato un muro in mezzo al mare, hanno permesso l’esistenza di veri e propri lager dove vengono rinchiusi coloro che riescono a sopravvivere al grande viaggio nel cimitero liquido che è il mediterraneo.
Chiunque, facente parte di ogni schieramento politico, ha approvato la Turco Napolitano prima e la Bossi Fini poi per approdare festosi al pacchetto sicurezza di Roberto Maroni sono assassini. Non ci sono altre parole per definirli. Alla stessa stregua di chi, spacciandosi per nuovo, attende amorfo ed idiota una consultazione popolare per decidere contro natura e contro etica.
Oltre al genocidio umano assistiamo ad un genocidio culturale che non può che portare ad altre e più devastanti stragi. Proprio per quanto citato in premessa, con la voluta confusione sull’interpretazione in peggio di leggi criminali, si induce chi è presente nelle zone di naufragio a non sporcarsi le mani e preferendo fare riprese con i telefonini anziché prestare un soccorso che gli creerà noie non volute. In realtà la previsione dell’art. 54 del codice penale che fa riferimento allo stato di necessità, come causa esimente che esclude la responsabilità penale di chi agevola un ingresso irregolare nel territorio italiano, si amplia sensibilmente per effetto del dettato dell’art. 12 del Testo Unico sull’immigrazione del 1998 che afferma espressamente come “non costituiscono reato le attività di soccorso e di assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizione di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato”. Ma questo stato di necessità non può determinarlo un pescatore a cui viene detto in tutte le salse che quel naufrago è un clandestino ex ante. Sono già noti gli effetti delle denunce di pescatori che negli anni passati avevano salvato altri migranti. Molti sopravvissuti alle stragi nel Canale di Sicilia hanno testimoniato che, dopo queste denunce, sebbene non ci siano ancora state condanne da parte della magistratura, i pescherecci si rifiutano di intervenire tempestivamente nel salvataggio dei migranti in difficoltà, limitandosi ad avvertire le forze militari italiane con un inevitabile ritardo negli interventi di soccorso.

Imbecilli, xenofobi e razzisti di ogni rango che oggi fanno il teatrino del piagnisteo in stupidi simposi da bar dovrebbero osservare non un minuto di silenzio ma una vita di Vergogna! Utili Idioti servi di assassini che in luogo di far rispettare ordine e sicurezza prendono a manganellate i migranti che si ribellano alla loro condizione detentiva, quando sono solo richiedenti asilo. Degli emeriti signor nessuno che hanno sponsorizzato fino ad un minuto prima il divieto alla vita ed alla libera circolazione umana ora concedono la sepoltura confondendo lo jus soli con l’occultamento di cadavere. Nella loro imbecillità autoreferenziale continuano a chiedere più Europa. Dunque, seguendo il ragionamento dell’imbecille Alfano dovremmo estendere e rafforzare il concetto di “confine“ in modo da renderlo il più possibile inespugnabile, non permeabile. Purtroppo in tema di immigrazioni non si tratta di assumere il punto di vista borghesotto e benpensante da salotto di sinistra ( a cui di sinistra è rimasto solo il salotto) di una positività della cosiddetta società multietnica. E’ chiaro che questa – come per tutto il resto che ci circonda però – è determinata dal dominio folle dell’economia di mercato, e non posta in essere dal libero mutuo movimento degli esseri umani. Ma proprio per questo motivo, non si può liquidare con ragionamenti raffazzonati ed imbecilli il problema.
In un mondo globalizzato, dove passano senza problemi merci e denaro, non riusciamo a far passare le persone, le loro culture ed i loro sogni. Il denaro, anche se sporco e non regolare, trova ospitalità in ogni luogo. Le merci, ridotte a feticci ad uso consumistico, transitano ed inquinano senza necessità di cittadinanza. Riusciamo a chiamare servizi anche lotterie e scommesse clandestine che transitano in rete e distruggono la vita degli individui. Ma non una parola sul loro lerciume e sulla loro capacità di distruzione etica o quantomeno morale. Ma quando parliamo di persone costrette ad immigrare per colpa delle nostre ipocrite nefandezze allora scatta la diffidenza e l’ostracismo verso l’umanità. Spalanchiamo le porte ad investitori internazionali senza annusare l’odore dei loro marci denari e storciamo il naso di fronte alla vita di donne e uomini che dovremmo accogliere e farli sentire a casa loro; se non meglio di quella che con le nostre invasioni e le nostre devastazioni gli abbiamo tolto. L’immigrazione è e deve essere considerata una risorsa, non un problema per la sicurezza. E’ una risorsa di sviluppo umano e culturale prima che lavorativo, sulla quale cooperare per poterla valorizzare. Non si regola inasprendo leggi o proponendone altre ancora più restrittive sulla cittadinanza e sui permessi di soggiorno. In Italia abbiamo partorito delle leggi criminali e criminogene; dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini. Rendendo illegale e clandestino l’immigrato prima di averlo regolarizzato equivale a fare di un qualsiasi cittadino un assassino prima del suo processo o addirittura prima del suo reato.  La irregolarità e la clandestinità favoriscono il proliferare di attività criminose non solo a discapito dell’immigrato ma soprattutto della comunità locale in quanto l’esistenza di una classe di ‘cittadini’ svantaggiati favorisce la speculazione al ribasso per lo sfruttamento e la sottomissione dell’intera collettività.
Il diritto di cittadinanza deve essere automatico e regolarizzato attraverso una integrazione adeguata; tramite questa si toglie la paura del diverso e si evita che “l’immigrato” venga utilizzato come collettore unico di problemi in una semplicistica ed errata risposta alla frustrazione generale di cui siamo tutti vittime, anche e soprattutto gli immigrati stessi. A questo si aggiunge l’ovvio e imprescindibile presupposto della necessità che tutti, italiani ed immigrati, rispettino le regole della convivenza civile e le leggi del nostro Stato senza eccezione alcuna. Vanno fatti investimenti mirati principalmente all’apprendimento della lingua e all’educazione civica per l’immigrazione regolare e si devono aiutare le associazioni di volontariato esistenti sul territorio con finanziamenti a progetto, per aiutare/controllare l’immigrazione irregolare.
Dobbiamo abbandonare la visione miope ed ipocrita che vuole vedere l’immigrato come bisognoso di carità. Il movente peggiore dell’immigrazione è quello dovuto a guerre e carestie, che oggi sono cadute su di loro e che domani, come successo in passato, potranno ricadere su di noi. Ma non è il solo e non è l’unico possibile. Si immigra anche per scelta o necessità personale. Si immigra anche per amore. Ma ai nostri statisti nostrani questa possibilità gli sfugge. E’ necessario distinguere il diritto di cittadinanza dal dovere di nazionalità. Il primo per noi non ha preclusioni, il secondo è un dovere che il singolo Cittadino del Mondo deve poter scegliere in piena autonomia e capacità.

(massimo maggi)

 

 

  1. Simone
    10/10/2013 alle 12:59

    c’è qualcuno del movimento 5 stelle che non sembra molto allineato all’opinione espressa in questo post, peccato!!
    Da parte mia non posso che approvare quanto ho letto e fare i complimenti al sig. Massimo Maggi per quanto ha scritto

  2. carlo scopetti
    11/10/2013 alle 12:10

    Mi associo a Simone…

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