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Archive for agosto 2013

UN MILIONE DI POTERI NON VALGONO UNA VERITA’ .

dike

(di Mario Tiberi)

Voglia di verità: così in sintesi il mio amico Massimo Maggi in un incisivo Suo scritto dal titolo “Parresìa: la dimensione etica e il coraggio della verità”. A tal proposito, non mi stancherò mai di rammentare che, in un’epoca dominata dagli inganni e dalle menzogne, professare e praticare anche una sola verità è di per se stesso un atto rivoluzionario. A Lui, quindi, e a tutti coloro non disposti ad abbassare la testa e ad inchinarsi di fronte ai “tronfioni “ e agli “ingordi di potere”, intendo dedicare le righe qui sotto riportate.

Alcuni giorni orsono, mi sono domandato se il potere può coniugarsi con l’equità; oggi mi rivolgo la medesima domanda, ponendola sul versante della verità.
Si proceda con ordine, andando innanzitutto ad analizzare, seppur succintamente, il significato storico-filosofico della “Potestà d’imperio”.
Il concetto di potere, sia esso verbo o sostantivo, nel corso dei secoli e a seconda delle epoche ha subito profonde trasformazioni oscillando, a guisa di pendolo, da una sponda all’altra del suo significato più proprio ed etimologicamente corretto.
“Possum”, nel mondo latino, stava a rappresentare l’esplicazione della funzione di governo e di comando attraverso l’esercizio della “Auctoritas” che, a sua volta, racchiudeva in sé il riconoscimento unanime delle potestà pubbliche e ordinamentali assegnate alle Magistrature costituzionali nel segno della severità e della autorevolezza.
Mi consentirà Pier Luigi Leoni se riporto, qui di seguito, un brano tratto dalla sua “Lectio Magistralis” tenuta in occasione di un evento rievocativo a me molto prossimo: “Fu Costantino il Grande, fondatore dell’impero cristiano, che istituì la classe politica dirigente come “militia”, distinta da quella combattente. L’elite politica dell’impero cristiano (parallela a quella militare nella terminologia, ma superiore nel rango) dovette indossare il “cingulum militiae”, vale a dire il cinturone, che conferiva la “Dignitas”, lo “Honor” e la “Potestas”. Agli appartenenti a questa elite spettava il titolo di “Illustris”, cioè luminoso e che irradia la luce della propria autorità. E’ da precisare che, nella primigenia concezione cristiana del potere, Autorità equivaleva a Servizio.
Servizio a Dio per mezzo della fedeltà al “princeps”, la cui autorità aveva origine divina. Nella moderna concezione del potere, a seguito del superamento delle monarchie assolute e l’avvento delle libere democrazie, l’autorità è al servizio del popolo, con il popolo e per il popolo. In tale ottica, il senso della storia, e quindi anche della politica, è stabilito dalla Maestà di Dio con il concorso delle volontà umane che si rivelano nella natura, nel tempo, nello spazio e nella coscienza di ogni essere umano”.
Congiure di palazzo, atti di sabotaggio, giochi al massacro per deliri di potere sono vecchi quanto la storia dell’umanità, nonostante i sani principi appena descritti. Il correttivo e la compensazione a tali devianze lo si è sempre trovato in figure di alto profilo esemplare che della probità, dello spirito di servizio disinteressato, della nobiltà d’animo hanno plasmato tutta la loro esistenza elevandoli a permanenti valori e ideali di vita.
Di fronte a siffatti personaggi, molti degli attuali detentori del potere dovrebbero coprirsi la faccia di vergogna per la loro meschinità e ridicolaggine, avendo scambiato l’autorità con la sopraffazione, il ricatto, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il mercimonio dei corpi e delle coscienze.
La causa che genera il malcostume dilagante va ricercata, e me ne convinco sempre di più, nel rifiuto pregiudiziale della ricerca della Verità. Perché la verità punge e scatena dolori e sofferenze, non copre più le malefatte e gli inganni, porta alla luce misfatti inconfessabili, sbatte contro il muro delle proprie responsabilità gli incoscienti e i superficiali, chiede il conto secondo giustizia.
Certo, il perseguimento della verità non è impresa agevole dato che, nel concreto dei nostri limiti umani, essa può assumere poliedriche sfaccettature e distinzioni. Si può, ad esempio, dissertare su una verità mediatica e tutti sappiamo come troppo spesso i mezzi d’informazione sono elargitori di falsità e di notizie inattendibili; su una verità giudiziaria e non è raro il caso di clamorosi errori dei collegi giudicanti per cui, non sempre, la legge è uguale per tutti; su una verità politica e qui, per davvero, è possibile andare oltre i confini della realtà e della più fervida immaginazione.
Ma la Verità in se stessa, quella vera, può trovare ospitalità nelle dimore della mente e del cuore degli uomini? Sono convinto di sì, a patto che ad essa si accompagni un puro e genuino sentimento di Giustizia.
Roberto Saviano ha recentemente affermato che la verità non coincide mai con il potere: mi trovo solo parzialmente in sintonia con tale secca denuncia in quanto, per onestà e virtù, non bisogna mai confezionare con ogni erba un fascio e perché non è giusto criminalizzare tutti per una parte marcia ed empia.
Potrebbe, a questo punto, venirci in soccorso la cultura classica, pagana ma saggia. Nell’antica Grecia erano preminenti tre entità metafisiche, oggi le potremmo chiamare moderne Monadi, che personificavano il fato o destino, Tuke, la vittoria, Nike, la giustizia, Dike. Ebbene, allorquando le vicende umane si tingevano di sangue, di vendetta, di tragedia, Tuke spingeva Nike verso Dike e Dike risaliva nell’alto del cielo per cospargersi della tinta del divino.
Ai potenti che, proprio perché tali, si credono autorizzati a prendersi beffe della Verità sia di monito che, se riusciranno a sfuggire alla giustizia terrena, non potranno farla franca con la inflessibile Giustizia Divina.

Orvieto 11/08/2013 Mario Tiberi

Attendendo il comunicato 54

chiave ingleseOgni mattina mi sveglio con il proposito di essere buono. Ma poi mi viene in mente il ‘Tu sei buono’ di Mel Brooks e le speranze si infrangono. Quel tenero personaggio mostruoso in fin dei conti è un buono. Ma i suoi metodi a volte lasciano a desiderare. Mi ci trovo tutto …  Oggi, come allora nel gennaio 2013, tutto il Movimento è inerme e in trepidante attesa del comunicato n. 54 che ci dirà chi siamo, o chi dovremmo essere. Primarie si, primarie no. Apertura o chiusura. Iscritti o certificati. Innocenti o assolti. Esseri umani o BimbiMinkia? Non vorremmo ripetere gli stessi errori, anche perché è deprimente vomitarsi addosso il solito ‘lo avevamo detto ’. Vogliamo per una volta dire ‘ lo abbiamo fatto e abbiamo evitato il peggio’. Ancora una volta si prospetta l’orrore delle parlamentarie al buio, dove ‘uno vale uno’ e potrebbe addirittura essere estratto a sorte. Dove comitati di quartierino distribuiscono santini in modalità occulta. Ma di questo abbiamo già parlato in passato.

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/03/parlamentarie-no-spam-please/

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/06/parlamentarie-the-show-must-go-off/

Per l’ennesima volta qualcuno tenta di percorrere strade assai insicure come quelle delle assemblee inutili e perennemente delegittimate da un minoranza che si crede ottimata.

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/03/deruta-2122012-attendendo-il-verbale-ufficiale/

Ci abbiamo provato anche con la satira:

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/01/12/satira-in-movimento/

Ma ancora una volta in assenza di condivisione si tentano strade oscure come la discriminazione e la delazione.

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/05/08/chi-sconfessa-chi/

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/08/09/anche-se-il-nostro-maggio-ha-fatto-a-meno-del-vostro-coraggio/

Ancora una volta il più furbetto o il più ottuso piagnucolerà e scalpiterà per parlare del nulla sul palco solo per farsi vedere da mamma e papà. Ancora una volta si sVentolerà, in stile alieno di abitante di Alfa, il Non Statuto non letto, non compreso e non comprensibile per tentare una scomunica. Abbattere il livello più alto per sperare di rimanere visibili. Tanta idiozia sfiora vette difficilmente visibili ad occhio nudo e persino irraggiungibili da potenti telescopi. Perciò cari delatori senza visione ‘vi sentiamo e non vi sentiamo’ e il futuro comunicato vorremmo scriverlo come popolo del Movimento. Il territorio si autodetermina, il popolo è popolo perché decide di esserlo e non aspetta certificazioni da chi non è certificato.

Vogliamo condividere la visione delle nostre città e dei nostri territori prima dell’estrazione a sorte degli improbabili quanto fumosi portavoce. Vogliamo mettere in campo tutte le competenze necessarie alla formulazione di proposte sostenibili e non di puro marketing politico. Vogliamo poter scegliere tra le donne e gli uomini migliori le nostre leve del cambiamento.

In assenza di visione, in pieno delirio autoreferenziale, ci viene chiesto di volta in volta un passo indietro, uno di lato e uno in avanti, ci stiamo provando;  alla prossima riunione chiederemo ai nostri iscritti chi è competente sui passi di danza e balletti. Sicuramente ne uscirà un’ottima coreografia.

Partecipa anche tu al cambiamento che vuoi essere. Saluti da Gandhi.

(di massimo maggi)

Anche se il nostro Maggio ha fatto a meno del vostro coraggio …

inquisizioneCi risiamo, e con un carico ormai insopportabile. I soliti ignoti, peraltro ben conosciuti, ritentano il colpo gobbo, ma questa volta assai impreciso e per nulla etico. Questa volta rincarano la dose ed invischiano, in questo strano gioco, anche i portavoce alla camera ed al senato che, messi a conoscenza dell’indecente e penalmente rilevante formulazione, saranno costretti a perdere il loro tempo, con dispendio di soldi pubblici, per rispondere ed assumere posizione su tale fatua. Saranno costretti poiché, come portavoce del territorio, dovranno ascoltare attentamente le motivazioni dei delatori e conseguentemente aggiornare i condannati in contumacia. Oppure, se ne avranno voglia, dovranno rispedire al mittente tale informativa poiché formulata in modo assai curioso: scaricano addosso ad alcuni colpe più gravi per giocare di sponda su altri meno attaccabili. Ci troviamo infatti in presenza di condannati per il solo fatto di trovarsi in rete con un ‘noto e conclamato massone’. Condannati per essersi indignati a seguito del trattamento riservato nei loro confronti nel mancato supporto, per non dire ostracismo, alla formazione della lista di Castel Giorgio. Per aver rilasciato una intervista a titolo personale o per esser dei semplici ed umili cittadini che hanno avuto l’ardine di contestare l’operato di attivi e deputati. In questo, è bene dirlo, l’unico a non avere giustificazioni, e a non cercarle, è il sottoscritto. Io si, io sono irriverente, poco diplomatico ed anche abbastanza stronzo e se qualcuno la fa fuori dalla tazza non esito un secondo a mandarlo a fare in culo. Ma non credo che questa possa essere colpa così grave da essere radiato dal Movimento. Ma non è questo il problema. Rimaniamo per un momento sul metodo.

I lor signori anonimi impostano una noticina, ovviamente non firmata dagli estensori, cercando furbescamente di far passare i portavoce Lucidi, Gallinella e Ciprini come promotori. Ma a ben leggere, e molti firmatari non hanno letto bene, i portavoce sono solo in conoscenza della nota; e quindi agli atti risulterà che la riceveranno insieme a Grillo e Casaleggio una volta firmata da uno stuolo di sprovveduti. E voglio sperare che sia così. Anzi me ne voglio convincere. Perché contrariamente risulterebbe imbarazzante che un portavoce del popolo impegni il suo tempo e soldi pubblici per fare delazione sul popolo dissidente. Solo i firmatari risulteranno quindi responsabili delle accuse, delle diffamazioni e delle conseguenze legali derivanti. Non ci sarà quindi, per l’ennesima volta, nessuna responsabilità politica: si impara presto a fregare il popolo.

In prima analisi è bene, per i non esperti in materia giuridica, evidenziare che ci troviamo di fronte ad una novità nell’impianto di accusa: si riuniscono, in contumacia ed in unico procedimento, imputati eterogenei e palesemente estranei gli uni dagli altri sia nel percorso accusatorio che nell’atto presunto doloso. Cosa c’entri il caso Ventola con il caso Momi non è rintracciabile, ne interpretabile, neanche facendo ricorso alla giurisprudenza neolitica. Cosa c’entri la presunta coerenza del Maggi o del Fausti, interpretata come intransigenza ed oltraggio, con l’umiltà da vendere di onesti cittadini come Soccolini e Fiocco. Cosa c’entri poi tal Colutelli, che ho avuto occasione appena di salutare di sfuggita in qualche riunione regionale, con Mattoni e quest’ultimo con l’avv. Brutti. Infine è curioso notare che del Dott. Pindaro e dell’avv. Feddio non si richieda nessuna espulsione seppur dichiarati, sempre in contumacia, massoni. Spero che gli avvocati non abbiamo nessuna remora nel denunciare il seguente passaggio ‘In detto meetup vengono fatte confluire anche persone che nel recente passato hanno militato nelle file del PD locale (da notare che in Umbria vi è sempre stato uno stretto legame tra potere politico e massoneria) come, ad esempio, il caso dell’avv. Cristian Brutti che ha fatto parte del direttivo politico del PD di Perugia ‘; Spero vivamente che ricorderete per lungo tempo la lezione che vi sarà inflitta. Tutta la vicenda sarebbe molto divertente se non fosse per il fatto che abbiamo ben altro da fare che spegnere di giorno in giorno gli incendi causati da tanta ignoranza e tanta leggerezza di pochissime ed interessate persone. Anche ad un innocente bambino ogni tanto bisogna dire di no. Questa volta si è passato il segno, ma di brutto. Non siamo in presenza di una banale schermaglia tra bambini, ma di fronte ad una revisione in peggio dei più atroci delitti dell’umanità: il genocidio culturale. Quella prassi che mandava al rogo intere generazioni perché qualche deficiente diceva che i gatti neri erano creature del demonio. Non a caso i primi tentativi, di estorsione della sottoscrizione alla fatua, sono stati indirizzati a chi poteva sperare di trarne  un beneficio immediato o diversamente la sua fine. Ventola, prima usato e sponsorizzato per abbattere il nemico Maggi, ora viene scambiato per la salvezza di Amelia. L’apprezzato, o quanto meno non discusso, Colutelli viene ora scambiato per la salvezza di Gauldo. L’intero pacchetto dei convenienti eretici per la salvezza di Terni: ‘quel che sta accadendo a Perugia potrebbe accadere a voi’ – gli avranno detto? O si saranno detti?

Si potrebbe finire qui poiché l’intera forma dell’impianto accusatorio è da respingere al mittente con sonori calci in culo dettati dal buon senso civico e da una cultura generale che ha sconfessato i roghi da oltre 400 anni. Ma è nel merito dell’impianto che i delatori anonimi fanno un inaspettato autogol. Si mistificano fatti e situazioni, si associano intenti inesistenti tra persone diverse e scollegate, si estrapolano parti di chat e se ne occultano altre, si disegnano scenari a specifico e funzionale bisogno. Siamo di fronte a bambini che dicono bugie e sanno benissimo che le stanno dicendo, ma talmente la foga e l’effetto branco che alla fine ci credono anche loro.

Abbiamo sorvolato sulla riunione di Novembre 2012 a Spoleto in cui gli ottimati della prima ora dicevano ‘ Ognuno di noi da il voto all’altro così siamo sicuri di entrare’;

 Abbiamo sorvolato sui fenomeni ‘ventola’;

Abbiamo sorvolato sull’impossibilità di votare in assemblea; tranne in quell’indecente riunione di Foligno, dove una votazione e stata ripetuta più volte, a notte fonda, fino ad ottenere un maggioranza risicata;

 Abbiamo sorvolato sulla demenza di anteporre un metodo sciatto ad un minimo di merito;

Abbiamo sorvolato sulla mala gestione di Perugia (detta storica) causata dall’imposizione del referente da parte della ‘Capolista’ che ha portato alla spaccatura del meetup di Perugia;

Abbiamo sorvolato sulle attività di tesseramento e sponsorizzazione occulta di certi personaggi porta voti;

Abbiamo sorvolato sulla indecente sottovalutazione di non condividere uno staff  regionale in luogo dei portaborse privati;

Abbiamo sorvolato sul tentativo di infangare il lavoro critico-propositivo svolto dai gruppi territoriali;

Abbiamo sorvolato sulla prevaricazione di Deputati Autoritari che non ascoltano la base e quindi non possono neanche rappresentarla. (Altro che portare la voce);

Abbiamo sorvolato con la visione ottimistica del ‘siamo alle prime armi, e col tempo si faranno’.

Ma adesso basta! Ora vogliamo i nomi e i cognomi di chi ha prodotto questa ignobile farsa, vogliamo i nomi e cognomi di quanti hanno aderito rendendosi responsabili dell’azione di delazione, vogliamo sapere cosa ne pensano gli eletti alla camera ed al senato esprimendo senza indugi la loro posizione in merito.

Non è necessaria nessuna assemblea se non escono questi  nomi, altrimenti ci troveremo di fronte ad un teatro dell’assurdo dove ci sono imputati ma non l’accusa. Sarebbe bello per questi giocherelloni scatenare un ‘Divide et Impera’ per prendere tempo fino alle prossime elezioni, che li vedrebbe detentori a gratis del loghetto 5S con cui affondare l’intero Movimento. Non possiamo e non vogliamo concedere altro tempo per rispetto a quegli elettori che hanno creduto nel cambiamento, nel rispetto e nell’urgenza di quanti non hanno più tempo perché disoccupati, sfruttati e tartassati da sfratti ed esecuzioni, nel rispetto delle future generazioni a cui rischiamo di lasciare in eredità solo morte e devastazione.

Rimettere in piedi il paese non è un gioco da sprovveduti e arrogantelli. Sono proprio questi personaggi che hanno ridotto il paese in queste condizioni. Non fateci perdere altro tempo.

(massimo maggi)

Parresìa. Questa sconosciuta.

coccio grecoLa dimensione etica. Il Coraggio della verità. Socrate. Chi la pratica sa di assumersi l’intero rischio di far reagire negativamente il suo ipocrita interlocutore. Il futuro non si costruisce sull’inganno ne tanto meno su tifoserie o convenienze ad oltranza. Idiozie del tipo: Uno vale Uno, oppure, si vede la luce in fondo al tunnel. La crisi, lo abbiamo ripetuto tante volte, non è congiunturale ne economica. La crisi politica ne è solo un effetto. E’ una crisi di sistema dovuta ad una perdita di visione collettiva o peggio ancora un effetto di un popolo demente che rinnega la storia e la cultura. Si continua, da una parte e dall’altra, a fomentare la speranza che la crisi del lavoro si possa risolvere con decretazione d’urgenza o con buoni emendamenti. Siamo di fronte invece ad una crisi di imprenditorialità, di spegnimento progressivo ed esponenziale degli spiriti vitali, di umiliazione sociale. I governi sono nelle mani di clientelismi parassitari che non molleranno la presa. L’unica cosa che può crescere in questo sistema, come sta crescendo, è l’economia malavitosa e illegale, le sale bingo, le VLT, Equitalia. Per questo parassitismo l’assenza della verità è vitale. Gli spot pubblicitari, ormai onnipresenti in tutta la rete e non solo televisiva, ci chiedono: ‘ cosa contiene più acqua: il cocomero o la banana?’. Ed una massa di decorticati spendono i loro ultimi cents per inviare un SMS sperando di vincere un milione. Tutto questo in totale assenza di un garante, di uno Stato e di un Presidente della Repubblica. La cosa più sconcertante è che la maggior parte del popolo catodico lobotomizzato non manda l’SMS per tentare solo la fortuna ma bensì pensa di essere intelligente sopra ogni media perché ha capito che è il Cocomero la risposta giusta. Il popolo attivista a 5 Stelle in questo la fa da padrone. Quell’uno vale uno li ha resi quasi onnipotenti visto che prima con contavano nulla. Onnipotenti a tal punto che un parlamentare ottimato, nell’auto proclamazione del portavoce in assenza di voce propria, si sente talmente onnipotente da poter scomunicare un normale cittadino che prende le distanze da cotanta ignoranza. C’è chi ci chiede un passo in avanti, c’è chi ci chiede un passo indietro e, inspiegabilmente, lo si chiede ad un singolo portavoce di un gruppo di lavoro territoriale. Portavoce non nominato e non uscito dalla ruota della fortuna ma liberamente scelto perché ha voce propria e voci da portare. La voce di un territorio viene personificata e la si erige ad antieroe da chi non può ottenerne benefici privati o privatistici. Si azzera allora l’intero gruppo per assonanza rendendo la maggioranza democratica lettera morta. Da quasi un anno si considera, da parte di pochi anche se ottimati, una realtà territoriale come un problema anziché come un’opportunità e, per la stessa assonanza, qualsiasi elemento umbro, anche più meritevole e competente, viene delegittimato ed offeso per il solo fatto di aver condiviso qualcosa su temi reali e non fumosi. Cos’è questo passo indietro richiesto? Un passo indietro rispetto alla verità? Un passo indietro rispetto alla coerenza? E’ un concedere il passo all’ipocrisia? Chi scrive aveva già accolto la richiesta facendo un passo di lato. Dal febbraio 2013, esattamente 3 giorni dopo le elezioni politiche, ho rimesso all’assemblea i ruoli precedentemente assegnatomi dalla stessa, sia da organizer del MeetUp che da referente regionale. Altri continuano invece a mantenere le loro ‘faccette’ acquisite da improbabili liste del 2009. Nessuno dei richiedenti ‘un passo indietro’ ha mai contattato i nuovi referenti eletti dall’assemblea e non lo hanno fatto neanche gli pseudo-portavoce alla camera ed al senato che hanno preferito privilegiare un contatto dell’Uno Onanistico ed Oligofrenico a dispetto del gruppo democraticamente e trasparentemente attivo. Vogliono tentare inoltre una strada assai improbabile e pericolosa: Scomunicare un singolo cittadino che ha supportato il Movimento ma che rischia, per la sua umanità e la sua verità, di metterli nell’ombra. L’analisi è fin troppo chiara e fin troppo penosa. Hanno alzato un polverone di idiozie ed incapacità, ed ora piagnucolano se qualche granello, della loro stessa polvere, gli è finito in un occhio.

Premesso che non ho cariche elettive e che non sono, e ne voglio esserlo, candidato ne al Comune ne alla Regione, sono comunque disponibile, come dovrebbe esserlo chiunque abbia un minimo di dignità, a rimettere la decisione della mia presenza al Movimento 5 Stelle Umbria a tutti i cittadini e cittadine. Sperando che questo mio esempio possa mettere fine a questa demente stagione da ‘caccia alle streghe’ promossa dai Sig./ra UNO che la colpa o il fato a reso attivi del primo giorno.

Dov’è, o Morte, la tua vittoria?

(massimo maggi)

La resa: Disordine legale

divieto di equitàDi fronte ad un abuso come comportarsi?

A primo impatto, e viste le recenti cronache giuridiche, verrebbe naturale farsi i fatti propri. Se in questo paese non riesce una trasmissione come Report a scatenare una indagine della procura perché dovrebbe riuscirci il singolo cittadino magari disagiato, senza lavoro o addirittura oggetto di minaccia? La sentenza di ieri è oggetto di interpretazione alla stregua di una partita di pallone, così come lo è stata l’attesa della sentenza: niente di certo, niente di razionale; quasi dettata dal caso fortuito o di mediazioni da calcio scommessa. E’ più importante l’applicazione di un principio giuridico o la tenuta di un governo fantoccio? Ai più è sfuggito un particolare non poco rilevante: Gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali per la stratosferica cifra di 5.000 euro. Ma ci rendiamo conto? In un processo di lavoro dove quasi sempre perde il lavoratore, ma anche se pareggia gli vengono addebitate spese processuali intorno ai 18.000 euro. Dopo una mazzata del genere quale lavoratore proverebbe a intentare un appello? Di che equità parliamo? di quale stato ci siamo ubriacati? Sembra che questo interrogativo non interessi ne i nostri legislatori ne le nostre procure. Di fronte alla catastrofe occupazionale, l’abbattimento della scuola e della sanità pubblica le nostre istituzioni preferiscono concordare una leggina elettorale o non limitare troppo i rimborsi elettorali. Di fronte ad una crisi economica che taglia pensioni minime i nostri parlamentari fanno finta di non accorgersi che a loro basta una legislatura per sistemare le loro vite. Di fronte ad un crimine evidente si fa surf tra i dispositivi e cassazioni per aggirare l’ostacolo e dar tempo al parlamento di modificare le leggi. Dove sono i diritti, dove è la giustizia e dove la Costituzione? Sui testi scritti, ma nessuno le applica.
Se sei vittima di un abuso ringrazia Dio che sei ancora vivo. Avventurarsi in una causa in tribunale bene che ti va hai perso soldi, tempo e la tua vita. Mediamente un procedimento per una causa di lavoro dura dai 3 ai 6 anni. E con quale spirito puoi continuare a lavorare nell’azienda che è in causa con te ? Come puoi sperare di fare carriera ? Se non hai ancora perso il lavoro dovrai pagarti anche il tuo avvocato. Se invece ti hanno già licenziato o costretto a licenziarti puoi sperare che al prossimo ISEE (un anno dopo) ti sarà concesso il gratuito patrocinio. Ma un avvocato che ti assiste con il gratuito patrocinio prende pochi soldi e dopo tanto tempo; quindi la tua causa è già persa in partenza.
Allora tenti l’impossibile! Chiami giornali e TV ma ti rendi conto subito che sono virtuali e che le grandi battaglie mediatiche hanno un secondo fine pubblicitario e che del tuo problema, che potrebbe essere di chiunque, non glie ne fotte niente a nessuno. Cadi in depressione, ti allontani dagli amici e dalla famiglia.
Alzi il tiro e cominci ad urlare al mondo il torto subito! …. e con grande sorpresa ti trovi tu dalla parte dell’accusato: Offese, minacce, diffamazione, disturbo alla quiete pubblica, procurato allarme e, perché no, terrorismo. Nel tuo caso il procedimento giuridico durerà pochissimo tempo (altro che tre gradi con speranza di prescrizione) e sarai condannato senza possibilità di appello anche perché dopo una serie infinita di legnate se ci riprovi ancora rischi anche che ti condannino per tentato suicidio.
Per cambiare questo mondo servono Eroi. Se non sei un Eroe, se non sei in grado di sacrificare la tua vita per un’ideale, farai bene a fare la pecora o a fuggire il più lontano possibile sperando che tutti si dimentichino di te. Ma forse faresti meglio e prima a dimenticarti tu di loro.

 (massimo maggi)