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Archive for the ‘Umbria5Stelle’ Category

Attendendo il comunicato 54

chiave ingleseOgni mattina mi sveglio con il proposito di essere buono. Ma poi mi viene in mente il ‘Tu sei buono’ di Mel Brooks e le speranze si infrangono. Quel tenero personaggio mostruoso in fin dei conti è un buono. Ma i suoi metodi a volte lasciano a desiderare. Mi ci trovo tutto …  Oggi, come allora nel gennaio 2013, tutto il Movimento è inerme e in trepidante attesa del comunicato n. 54 che ci dirà chi siamo, o chi dovremmo essere. Primarie si, primarie no. Apertura o chiusura. Iscritti o certificati. Innocenti o assolti. Esseri umani o BimbiMinkia? Non vorremmo ripetere gli stessi errori, anche perché è deprimente vomitarsi addosso il solito ‘lo avevamo detto ’. Vogliamo per una volta dire ‘ lo abbiamo fatto e abbiamo evitato il peggio’. Ancora una volta si prospetta l’orrore delle parlamentarie al buio, dove ‘uno vale uno’ e potrebbe addirittura essere estratto a sorte. Dove comitati di quartierino distribuiscono santini in modalità occulta. Ma di questo abbiamo già parlato in passato.

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/03/parlamentarie-no-spam-please/

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/06/parlamentarie-the-show-must-go-off/

Per l’ennesima volta qualcuno tenta di percorrere strade assai insicure come quelle delle assemblee inutili e perennemente delegittimate da un minoranza che si crede ottimata.

http://movimento5stelleorvieto.com/2012/12/03/deruta-2122012-attendendo-il-verbale-ufficiale/

Ci abbiamo provato anche con la satira:

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/01/12/satira-in-movimento/

Ma ancora una volta in assenza di condivisione si tentano strade oscure come la discriminazione e la delazione.

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/05/08/chi-sconfessa-chi/

http://movimento5stelleorvieto.com/2013/08/09/anche-se-il-nostro-maggio-ha-fatto-a-meno-del-vostro-coraggio/

Ancora una volta il più furbetto o il più ottuso piagnucolerà e scalpiterà per parlare del nulla sul palco solo per farsi vedere da mamma e papà. Ancora una volta si sVentolerà, in stile alieno di abitante di Alfa, il Non Statuto non letto, non compreso e non comprensibile per tentare una scomunica. Abbattere il livello più alto per sperare di rimanere visibili. Tanta idiozia sfiora vette difficilmente visibili ad occhio nudo e persino irraggiungibili da potenti telescopi. Perciò cari delatori senza visione ‘vi sentiamo e non vi sentiamo’ e il futuro comunicato vorremmo scriverlo come popolo del Movimento. Il territorio si autodetermina, il popolo è popolo perché decide di esserlo e non aspetta certificazioni da chi non è certificato.

Vogliamo condividere la visione delle nostre città e dei nostri territori prima dell’estrazione a sorte degli improbabili quanto fumosi portavoce. Vogliamo mettere in campo tutte le competenze necessarie alla formulazione di proposte sostenibili e non di puro marketing politico. Vogliamo poter scegliere tra le donne e gli uomini migliori le nostre leve del cambiamento.

In assenza di visione, in pieno delirio autoreferenziale, ci viene chiesto di volta in volta un passo indietro, uno di lato e uno in avanti, ci stiamo provando;  alla prossima riunione chiederemo ai nostri iscritti chi è competente sui passi di danza e balletti. Sicuramente ne uscirà un’ottima coreografia.

Partecipa anche tu al cambiamento che vuoi essere. Saluti da Gandhi.

(di massimo maggi)

Anche se il nostro Maggio ha fatto a meno del vostro coraggio …

inquisizioneCi risiamo, e con un carico ormai insopportabile. I soliti ignoti, peraltro ben conosciuti, ritentano il colpo gobbo, ma questa volta assai impreciso e per nulla etico. Questa volta rincarano la dose ed invischiano, in questo strano gioco, anche i portavoce alla camera ed al senato che, messi a conoscenza dell’indecente e penalmente rilevante formulazione, saranno costretti a perdere il loro tempo, con dispendio di soldi pubblici, per rispondere ed assumere posizione su tale fatua. Saranno costretti poiché, come portavoce del territorio, dovranno ascoltare attentamente le motivazioni dei delatori e conseguentemente aggiornare i condannati in contumacia. Oppure, se ne avranno voglia, dovranno rispedire al mittente tale informativa poiché formulata in modo assai curioso: scaricano addosso ad alcuni colpe più gravi per giocare di sponda su altri meno attaccabili. Ci troviamo infatti in presenza di condannati per il solo fatto di trovarsi in rete con un ‘noto e conclamato massone’. Condannati per essersi indignati a seguito del trattamento riservato nei loro confronti nel mancato supporto, per non dire ostracismo, alla formazione della lista di Castel Giorgio. Per aver rilasciato una intervista a titolo personale o per esser dei semplici ed umili cittadini che hanno avuto l’ardine di contestare l’operato di attivi e deputati. In questo, è bene dirlo, l’unico a non avere giustificazioni, e a non cercarle, è il sottoscritto. Io si, io sono irriverente, poco diplomatico ed anche abbastanza stronzo e se qualcuno la fa fuori dalla tazza non esito un secondo a mandarlo a fare in culo. Ma non credo che questa possa essere colpa così grave da essere radiato dal Movimento. Ma non è questo il problema. Rimaniamo per un momento sul metodo.

I lor signori anonimi impostano una noticina, ovviamente non firmata dagli estensori, cercando furbescamente di far passare i portavoce Lucidi, Gallinella e Ciprini come promotori. Ma a ben leggere, e molti firmatari non hanno letto bene, i portavoce sono solo in conoscenza della nota; e quindi agli atti risulterà che la riceveranno insieme a Grillo e Casaleggio una volta firmata da uno stuolo di sprovveduti. E voglio sperare che sia così. Anzi me ne voglio convincere. Perché contrariamente risulterebbe imbarazzante che un portavoce del popolo impegni il suo tempo e soldi pubblici per fare delazione sul popolo dissidente. Solo i firmatari risulteranno quindi responsabili delle accuse, delle diffamazioni e delle conseguenze legali derivanti. Non ci sarà quindi, per l’ennesima volta, nessuna responsabilità politica: si impara presto a fregare il popolo.

In prima analisi è bene, per i non esperti in materia giuridica, evidenziare che ci troviamo di fronte ad una novità nell’impianto di accusa: si riuniscono, in contumacia ed in unico procedimento, imputati eterogenei e palesemente estranei gli uni dagli altri sia nel percorso accusatorio che nell’atto presunto doloso. Cosa c’entri il caso Ventola con il caso Momi non è rintracciabile, ne interpretabile, neanche facendo ricorso alla giurisprudenza neolitica. Cosa c’entri la presunta coerenza del Maggi o del Fausti, interpretata come intransigenza ed oltraggio, con l’umiltà da vendere di onesti cittadini come Soccolini e Fiocco. Cosa c’entri poi tal Colutelli, che ho avuto occasione appena di salutare di sfuggita in qualche riunione regionale, con Mattoni e quest’ultimo con l’avv. Brutti. Infine è curioso notare che del Dott. Pindaro e dell’avv. Feddio non si richieda nessuna espulsione seppur dichiarati, sempre in contumacia, massoni. Spero che gli avvocati non abbiamo nessuna remora nel denunciare il seguente passaggio ‘In detto meetup vengono fatte confluire anche persone che nel recente passato hanno militato nelle file del PD locale (da notare che in Umbria vi è sempre stato uno stretto legame tra potere politico e massoneria) come, ad esempio, il caso dell’avv. Cristian Brutti che ha fatto parte del direttivo politico del PD di Perugia ‘; Spero vivamente che ricorderete per lungo tempo la lezione che vi sarà inflitta. Tutta la vicenda sarebbe molto divertente se non fosse per il fatto che abbiamo ben altro da fare che spegnere di giorno in giorno gli incendi causati da tanta ignoranza e tanta leggerezza di pochissime ed interessate persone. Anche ad un innocente bambino ogni tanto bisogna dire di no. Questa volta si è passato il segno, ma di brutto. Non siamo in presenza di una banale schermaglia tra bambini, ma di fronte ad una revisione in peggio dei più atroci delitti dell’umanità: il genocidio culturale. Quella prassi che mandava al rogo intere generazioni perché qualche deficiente diceva che i gatti neri erano creature del demonio. Non a caso i primi tentativi, di estorsione della sottoscrizione alla fatua, sono stati indirizzati a chi poteva sperare di trarne  un beneficio immediato o diversamente la sua fine. Ventola, prima usato e sponsorizzato per abbattere il nemico Maggi, ora viene scambiato per la salvezza di Amelia. L’apprezzato, o quanto meno non discusso, Colutelli viene ora scambiato per la salvezza di Gauldo. L’intero pacchetto dei convenienti eretici per la salvezza di Terni: ‘quel che sta accadendo a Perugia potrebbe accadere a voi’ – gli avranno detto? O si saranno detti?

Si potrebbe finire qui poiché l’intera forma dell’impianto accusatorio è da respingere al mittente con sonori calci in culo dettati dal buon senso civico e da una cultura generale che ha sconfessato i roghi da oltre 400 anni. Ma è nel merito dell’impianto che i delatori anonimi fanno un inaspettato autogol. Si mistificano fatti e situazioni, si associano intenti inesistenti tra persone diverse e scollegate, si estrapolano parti di chat e se ne occultano altre, si disegnano scenari a specifico e funzionale bisogno. Siamo di fronte a bambini che dicono bugie e sanno benissimo che le stanno dicendo, ma talmente la foga e l’effetto branco che alla fine ci credono anche loro.

Abbiamo sorvolato sulla riunione di Novembre 2012 a Spoleto in cui gli ottimati della prima ora dicevano ‘ Ognuno di noi da il voto all’altro così siamo sicuri di entrare’;

 Abbiamo sorvolato sui fenomeni ‘ventola’;

Abbiamo sorvolato sull’impossibilità di votare in assemblea; tranne in quell’indecente riunione di Foligno, dove una votazione e stata ripetuta più volte, a notte fonda, fino ad ottenere un maggioranza risicata;

 Abbiamo sorvolato sulla demenza di anteporre un metodo sciatto ad un minimo di merito;

Abbiamo sorvolato sulla mala gestione di Perugia (detta storica) causata dall’imposizione del referente da parte della ‘Capolista’ che ha portato alla spaccatura del meetup di Perugia;

Abbiamo sorvolato sulle attività di tesseramento e sponsorizzazione occulta di certi personaggi porta voti;

Abbiamo sorvolato sulla indecente sottovalutazione di non condividere uno staff  regionale in luogo dei portaborse privati;

Abbiamo sorvolato sul tentativo di infangare il lavoro critico-propositivo svolto dai gruppi territoriali;

Abbiamo sorvolato sulla prevaricazione di Deputati Autoritari che non ascoltano la base e quindi non possono neanche rappresentarla. (Altro che portare la voce);

Abbiamo sorvolato con la visione ottimistica del ‘siamo alle prime armi, e col tempo si faranno’.

Ma adesso basta! Ora vogliamo i nomi e i cognomi di chi ha prodotto questa ignobile farsa, vogliamo i nomi e cognomi di quanti hanno aderito rendendosi responsabili dell’azione di delazione, vogliamo sapere cosa ne pensano gli eletti alla camera ed al senato esprimendo senza indugi la loro posizione in merito.

Non è necessaria nessuna assemblea se non escono questi  nomi, altrimenti ci troveremo di fronte ad un teatro dell’assurdo dove ci sono imputati ma non l’accusa. Sarebbe bello per questi giocherelloni scatenare un ‘Divide et Impera’ per prendere tempo fino alle prossime elezioni, che li vedrebbe detentori a gratis del loghetto 5S con cui affondare l’intero Movimento. Non possiamo e non vogliamo concedere altro tempo per rispetto a quegli elettori che hanno creduto nel cambiamento, nel rispetto e nell’urgenza di quanti non hanno più tempo perché disoccupati, sfruttati e tartassati da sfratti ed esecuzioni, nel rispetto delle future generazioni a cui rischiamo di lasciare in eredità solo morte e devastazione.

Rimettere in piedi il paese non è un gioco da sprovveduti e arrogantelli. Sono proprio questi personaggi che hanno ridotto il paese in queste condizioni. Non fateci perdere altro tempo.

(massimo maggi)

Il criminale ogni tanto si riposa, l’idiota invece non riposa mai!

intervistaIn questi ultimi anni abbiamo affrontato molti temi ed alcuni con vero senso critico. La verità non ha prezzo. Non ci siamo mai nascosti dietro paraventi di tifoseria o demagogici. I nostri errori li abbiamo messi in evidenza come abbiamo messo in evidenza le nostre proposte. Abbiamo fatto molta autocritica al limite, ed oltre, della satira. Ogni avanguardia non deve aver pietà di se stessa, se tale vuol essere. All’inizio dell’avventura il nostro MeetUp voleva essere un luogo di dibattito su tematiche locali ma ben presto, e con repentina accelerazione dettata dagli eventi, si è trasformato in un osservatorio politico nazionale passando per una feroce autocritica dei nostri modelli interni. Il Blog movimento5stelleorvieto.com ha raccolto la sintesi di questo lavoro. Siamo orgogliosi del risultato e vogliamo anche rivendicarlo. Ogni articolo pubblicato sarà oggetto, nei prossimi giorni, di contestualizzazione, di premessa agli eventi e di considerazioni a posteriori. Verrà pubblicato un libretto che sarà disponibile per i prossimi eventi e, perché no, dato alla stampa per auto sostenerci.

Abbiamo raggiunto oltre 13.000 visitatori, le nostre pagine vengono sfogliate mediamente 400 volte al giorno, sono stati pubblicati oltre 100 articoli.

Tutto questo, ovviamente, non può essere frutto di un’unica mano e non può, o non dovrebbe, essere trattato, da chi si dichiara professionista dell’informazione, come un’esternazione di protagonismo singolo ed individuale. Comprendiamo le logiche di campagna elettorale che mirano a distruggere in ogni modo l’avversario, ma in questo caso si tratta di autentico autogol.  Lo avevamo già detto e pubblicato, abbiamo tenuto una conferenza stampa con gli operatori dell’informazione per illustrare le nostre dinamiche di lavoro e di sviluppo, pensavano che fosse tutto chiarito anche in virtù di un’ottima sintesi fatta proprio dal blog locale che ha dato spazio all’ennesimo gossip: ‘È dunque il gruppo, partecipato e con assemblee pubbliche e trasparenti, che deve essere inteso come referente dell’azione e delle proposte fatte dall’M5S nel territorio, anche laddove dovesse avere, per motivi organizzativi, un “portavoce” temporaneo che comunica con l’esterno’ . Ma si continua ad essere superficiali. Si confonde un Cittadino a 5 Stelle con un politicante di mestiere. Vogliono il capo, vogliono la sede, vogliono la segreteria. Qualcuno glielo dovrà dire, con estrema tenerezza, che questo mondo è finito, che dovranno semplicemente tornare a fare informazione. Questo comporterà, inevitabilmente, l’onere della ricerca, della comprensione e dell’analisi; in altre parole, l’indagine sulla notizia.

Nonostante tutto viene dato risalto ad una improbabile ‘nota del MoVimento 5 Stelle di Perugia’. Con un minimo di attenzione e serietà professionale sarebbe stato opportuno quantomeno prendere visione del documento originario in riferimento all’intervista apparsa sulla cronaca locale del quotidiano Il Messaggero in data 26 giugno 2013 che iniziava proprio cosi: ‘Massimo Maggi non è un portavoce del Movimento, ma un cittadino che parla del Movimento, con la sua visione della politica  e della “cosa pubblica”»’. Improbabile nota in quanto manca di autore, anche in considerazione di una assemblea svoltasi urgentemente proprio a Perugia alla presenza del MeetUp n. 53 dove nessuno dei presenti, presunti referenti, attivi o simpatizzanti si è assunto ne la maternità, ne la paternità, di tale nota. Ora, nel rispetto della deontologia giornalistica che tutela la fonte, ci sorge il dubbio della sua reale originalità. E’ mai possibile che chiunque si spacci per autorità costituita, o auto costituita, possa inquinare un sana informazione? Sappiamo bene che l’educazione civica nel nostro paese è più propensa al gossip che allo studio, ma la qualità dell’informazione passa anche da questo.

I commenti alla pubblicazione, sia sull’online di origine che sui vari MeetUp e Blog, come vedremo renderanno giustizia e verità all’accaduto. Si rilassino quanti vogliono oniricamente credere che il Movimento è destinato a deflagrare dall’interno e si sforzino invece di immaginare quanto una sana informazione e un’accesa dialettica possa farlo crescere e maturare.     

Ma approfittiamo di questo tremendo autogol dei disfattisti per riportare invece all’attenzione del pubblico l’origine della inesistente contesa, pubblicando integralmente l’intervista rilasciata al messaggero il 26 giugno 2013 :

 L’INTERVISTA

PERUGIA Incassato l’exploit alle politiche, qualche buon risultato alle ultime amministrative in Umbria, il Movimento 5 Stelle si prepara a una stagione di proposte. Anche in vista delle elezioni nelle grandi città umbre, a partire dal capoluogo regionale, stretto tra desertificazione, degrado e microcriminalità. Massimo Maggi non è un portavoce del Movimento, ma un cittadino che parla del Movimento con la sua visione della politica  e della “cosa pubblica”».

Partiamo dalle ultime amministrative, come interpreta tale risultato?

«Essendo il Movimento 5 Stelle una realtà nuova, non ha avuto tempo di radicarsi di farsi conoscere sul territorio. Nelle amministrative contano i contenuti del programma che si porta a conoscere e l’affidabilità delle persone e specie nelle città più piccole è più difficile avere consensi subito. Il 20% dei Trevi dimostra che sono importanti anche le proposte fatte, come quella sull’acqua. Ma programmi e progetti, da soli non si spostano: Camminano sulle gambe delle donne e degli uomini che nel M5S sono diversi dai politici tradizionali i cui nomi sono quasi sempre sponsorizzati. Siamo diversi dalla politica che ha una visione affaristica delle cose, che si porta dietro lobby d’interesse: una forza difficile da scalfire».

In Parlamento c’è un dibattito acceso nel Movimento.

«I grillini non erano preparati ad affrontare ciò che hanno trovato e la dialettica accesa fa crescere la democrazia. Se l’altro, però, viene ereticizzato non va più bene. Servirebbe uno scatto alla Voltaire che diceva: “Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo”».

Nel 2014 si vota nelle grandi città umbre come Perugia. Con quali proposte vi avvicinate a tale appuntamento?

«Il MeetUp Perugia Centro è nato con un aforisma: “dalle proteste alle proposte”, che saranno innovative a partire dalle candidature. Proposte che non esistono nella politica italiana o dove esistono non sono messe a rete e non hanno una visione globale delle città. Non dobbiamo costruire Brasilia da zero: Perugia ha una sua storia ma negli ultimi 50 anni è stata decontestualizzata, stuprata della sua identità di città storica a vocazione turistica e universitaria importante per tutta la regione».

Come recuperare tale vocazione?

«Agendo sul turismo di ospitalità, sull’idea dell’albergo diffuso, del turismo che si integra col territorio in modo che il cittadino non si senta disturbato dal mordi e fuggi ma sia stimolato da una presenza integrata. Occorre lavorare sul marketing turistico: le città storiche hanno una loro connotazione, una loro anima. Sono i luoghi per eccellenza mentre oggi si tende a creare “non luoghi”, uno uguale all’altro, vedi i grandi centri commerciali».

Cosa propone per il centro storico di Perugia?

«Arti e mestieri della città sono fondamentali così come il commercio locale. Insistiamo sul “chilometro zero” perché la filiera corta attiva il territorio e dà all’ospite che acquista un’idea della città per ciò che realmente è, artigianale o commerciale all’occorrenza. E poi le gallerie d’arte che sono sparite. Perché non valorizzare parte del tessuto cittadino, a cominciare da quelle vie abbandonate, dando spazio a mostre di artisti locali, incentivando le aperture di negozi di prodotti tipici e il rifiorire del commercio locale? Occorre riportare la città al suo progetto originario secondo il percorso commercio-cultura-arte».

È solo un problema di rapporto centro-periferia?

«Il centro vive un circolo vizioso che ha portato a un decentramento che deturpa la sua storia. Occorrerebbe evitare città-dormitorio, non costruire cose nuove e altri “non-luoghi”, ma recuperare l’esistente: c’è anche da togliere il vecchio, ma l’antico va valorizzato. Non esiste progetto urbanistico che trascura la periferia che, però, deve essere integrata. Serve poi un fisco locale che non vessi ma crei sviluppo, ridando vitalità a quei posti che oggi, invece, creano degrado. E i giovani che oggi vanno a passeggiare nei centri commerciali vanno riportati nel cuore della città».

In questa idea di città che ruolo dovrebbe avere l’Università?

«Non va ridotta a semplice questione politica e all’elezione del rettore, ma con il sindaco dovrebbe formare un corpo unico per le scelte che riguardano la città: parliamo di edilizia ma anche di sociale e di tutto ciò che ci ruota intorno».

Come la mettiamo con la questione sicurezza?

«Nella visione d’insieme c’è anche questo: la città vuota crea disagio, alimenta un passaggio sregolato e chi arriva lo fa per depredare. Le misure repressive da sole non bastano, serve prevenzione alla radice: la violenza e l’insicurezza sono un effetto. Non va criminalizzato il degrado ma le sue cause: lo svuotamento, la desertificazione culturale e civica della città indotte dall’amministrazione. Prevenire significa anche collaborare con le forze attive della città, supportare le forze dell’ordine, garantendo libera e armonica convivenza tra loro e i cittadini».

Da dove ripartirebbe per ridare ossigeno all’acropoli?

«Il centro va ricontestualizzato con cinema, locali, gallerie, illuminazione adeguata e iniziative. Il progetto del Mercato coperto è il classico esempio di ricontestualizzazione: dovrebbe diventare un mercato a chilometro zero dove trovano posto produttori, venditori locali e botteghe artigiane. Sarebbe anche un incentivo per il minimetro e l’esempio di un’amministrazione che mette in campo la qualità per utilizzare al meglio ogni spazio della sua città».

(intervista di Fabio Nucci a Massimo Maggi)

Ma quale luce?

tunnelDall’incontro tenutosi il 29/6/2013 in Via Torretta di Perugia presso Porta Susanna con l’economista Bruno Amoroso, si è potuto ancor più comprendere come il paese non debba attendere di scorgere una luce alla fine di un improbabile tunnel, perché non è un tunnel quello in cui ci stiamo trovando, ma un profondo pozzo nero nel quale stiamo inesorabilmente precipitando. Se finora si è potuto considerare le crisi economiche tipiche di ogni paese, come delle crisi cicliche da tamponare tramite vari ammortizzatori sociali in attesa della conseguente ripresa, così purtroppo non sarà. Si è passati niente di meno che da un sistema capitalistico, già di per sé distruttivo, ad un sistema prettamente bancario, in cui non si investe in alcuna attività produttiva. La piccola e media impresa, sempre sostegno dell’economia del paese è ormai con le spalle al muro, fiaccata da un sistema d’imposte e da una rete bancaria che invece di sostenere, affossa. Abbiamo assistito negli ultimi anni ad investimenti puramente tecnologici e finanziari. I primi, che dovevano renderci la vita più facile e garantire meno ore di lavoro ma lavoro per tutti, hanno completamente disatteso queste speranze, rendendoci solo schiavi di un benessere fittizio e instaurando un ciclo economico che ha portato ad un eccesso di ricchezza da un lato e povertà dall’altro. Gli investimenti finanziari hanno invece fatto sì che si continuino a drenare i risparmi con una funzione predatoria. Le banche stanno cambiando ‘faccia’ e diverranno tra poco dei semplici negozi asserviti ad una nicchia ristretta di persone che detengono i grandi capitali: offriranno loro prodotti per aumentare ancor più i loro patrimoni a discapito dei piccoli risparmiatori che nel caso di fallimento bancario saranno sottoposti a prelievi forzosi che arriveranno a sfiorare il 30/40% dei depositi (principio di Cipro). Non a caso è stata resa obbligatoria l’apertura dei conti a tutti i detentori di una seppur piccola pensione, al fine cioè di monitorare e gestire i piccoli risparmi, nonché a procedere al ritiro della moneta in circolazione. Pure le grandi Associazioni come Confindustria non saranno di nessun aiuto ai piccoli e medi imprenditori, unica speranza di un’Italia che va a rotoli. Questi dovranno organizzarsi quanto prima in associazioni locali per avere più forza e portare la loro voce in Parlamento. Siamo in piena guerra ‘economica’, una guerra dove la Germania la fa da padrone e potrebbe anche decidere di mollare gli ormeggi e sganciarsi da quest’Europa ormai alla deriva, lasciandoci con una moneta il cui valore sarà veramente ai minimi. Il gesto di solidarietà tedesco, di abbassare il proprio Pil per dar modo per tentare di ricostruire l’economia europea e sostenere gli altri paesi parrebbe ad oggi una vera chimera. Secondo le dichiarazioni dell’economista Bruno Amoroso siamo quindi arrivati alle porte di una vera e propria implosione che darà i primi segnali entro la fine dell’autunno. Sta a noi inventarci una società di ‘produzione’, pretendere abrogazione immediata di leggi capestro e normative europee distruttive per il nostro paese, alle quali sottostare. Quando? Da domani. Facile? No…ma possibile.

(cinzia anderini)

Un tassello di Altro Possibile

copertina

Sabato 22 in uno dei tantissimi pezzi di paradiso umbro si è svolta la prima Notte Gialla: ‘Il Varo’.

E’ stato un lavoro coinvolgente ed estenuante. Ognuno ha messo dentro quello che aveva e non solo quello che poteva. C’era l’anima. Ci siamo umanamente ritrovati, in alcuni casi scoperti, abbiamo saggiato le nostre potenzialità, messo a fuoco obiettivi culturali, ci siamo sorpresi, commossi, divertiti e anche tanto stancati. E’ stata una notte bellissima e tutta la storia di questa festa, dalla prima ideuzza buttata giù alla sua realizzazione è stata un’esperienza indimenticabile. E’ questo spendersi per arricchirsi la nostra forza. Conserviamone insegnamenti ed entusiasmi e andiamo avanti così… alla grande!il varo
Fin dalle nostre prime parole circa “una bella festa da fare” gli obiettivi si sono presentati sempre più alti, inusuali e suonavano come dolci sfide alle solite feste politiche e da cosa nasceva cosa… e ci si è ritrovati in tanti a lavorare per la nostra festa.

Questo non deve essere un evento da programmare, montare e smontare ogni volta … questa dovrebbe essere la Vita! Questo è il mondo che vogliamo, non azzeriamolo ogni volta … era li … alla prossima e se non la puoi ballare _6senza orario di chiusura. Il condizionale diventa presente, il passato ed il futuro sono la nostra bussola. Quella scintilla di fantasia eterna.

Tanti volti sembravano uno, tante danze, un solo Movente. La rivoluzione è fatta di piccole rivolte … e Sabato c’erano tutte e con quell’amore che va oltre l’esperienza limitata dei sensi, sottraendosi a ogni definizione.

Ferdinando Nicci e Claudio Piccirilli mi hanno veramente commosso per lail mercato_2 loro compassione all’evento. La contaminazione culturale è sempre costruttiva ma quando a contaminarsi sono le  rivolte allora si che può parlare di una rivoluzione. E noi l’abbiamo danzata.

Vorrei scrivere un fiume di parole ma diluirebbero insensatamente l’emozione ardente.

(massimo maggi)

Portavoce, citofoni e comunicazioni interrotte.

portavoceI gruppi del M5s umbro afferenti al meet-up Territori Orvietani prendono nettamente la distanza dal comportamento inqualificabile dei “portavoce” Gallinella e Ciprini, nei quali dichiarano di non aver più alcuna fiducia e che non considerano più loro “portavoce”. Chiedono inoltre a tutti i gruppi e attivisti umbri di esprimere un parere sincero su quanto segue, e di prendere, ove concordassero, pubblicamente le distanze da questo comportamento.

1) Come qualificare chi, compiendo una visita ufficiale e delicata come quella effettuata dai deputati- portavoce Gallinella e Ciprini nel carcere di Orvieto, non avverte, non coinvolge, non considera, non discute, nulla di nulla con gli attivisti e i cittadini che sin dal 2010 si riuniscono attorno al meet-up storico della città di Orvieto, e di numerosi comuni limitrofi, e che ne hanno sostenuta l’elezione, persone che hanno fatto, nei loro territori, la loro campagna elettorale?
E’ forse questo il modo di “condividere” la propria azione parlamentare per l’Umbria con elettori, attivisti e sostenitori del M5s?

2) Come qualificare il fatto di aver invece preferito organizzare la visita nel carcere, facendosi inoltre fotografare in posa da safari, incontrando un’esponente del M5s di Orvieto che da tempo, dopo esser uscito dallo stesso meet-up, agisce a titolo totalmente personale, ed ha fondato un meet-up pro boni sui, costituito sostanzialmente solo da se stesso, mentre altrove utilizza il simbolo a 5 stelle per fini non condivisi?

3) Come qualificare dei “portavoce”, che pur avendo da tempo saputo delle gravi difficoltà incontrate dai sostenitori ed attivisti del M5s del comune di Castel Giorgio per interloquire con la staff nazionale ( un problema di grande importanza generale in tutta Italia) in merito alla presentazione della lista alle imminenti elezioni comunali, non solo non sono stati minimamente in grado di interessare ed interloquire nella loro posizione di parlamentari con lo staff (il che getta una luce sinistra su quanto contino e quanto siano utili questi eletti umbri per l’Umbria), ma che in più per motivi di contrasti personali hanno persino sollevato il dubbio di abusività della lista che gli attivisti di Castel Giorgio hanno deciso, per la totale assenza di contatti ottenuti con lo staff nazionale, di presentare comunque al fine di non gettare alle ortiche il lavoro svolto con grandi sacrifici nell’ultimo anno? Come qualificare l’ignavia totale di essersi nascosti dietro problemi di regolamento (esattamente come i burocrati di ogni tempo e partito) che conoscono tutti ma che evidentemente non esauriscono il problema, quando invece è per risolvere i problemi di volta in volta occorrenti che ha senso essere portavoce eletto in una regione ?

Interrogazione parlamentare

eolicoInterrogazione a risposta scritta 4-00357

presentato da GALLINELLA Filippo

Lunedì 6 maggio 2013, seduta n. 12

GALLINELLA, ZACCAGNINI, DE ROSA, BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI, LUPO, ZOLEZZI, GAGNARLI, TERZONI, L’ABBATE, CIPRINI, TOFALO, DAGA, SEGONI e PARENTELA. – Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

lo sviluppo e la promozione di fonti di energia rinnovabile sono fondamentali per il futuro del nostro Paese;

l’energia eolica, solare e fotovoltaica dovranno trovare una strada privilegiata nel territorio italiano che, in base alle sue caratteristiche geomorfologiche, si presta allo sviluppo di queste energie naturali, ma mantenendo necessariamente le peculiarità paesaggistiche, naturalistiche, ambientali e culturali;

molti impianti, infatti, spesso invadono aree protette o di particolare importanza per la produzione agricola o la bellezza del paesaggio; basti pensare alle distese di pannelli solari che occupano centinaia di ettari del territorio agricolo ormai fondamentale per la produzione di cibo, nonché impianti eolici di grandi dimensioni che stanno arrecando danni ambientali non più sopportabili in molte regioni del Paese;

uno dei casi che stanno suscitando maggiore interesse nelle ultime settimane è quello dei due impianti eolici ravvicinati sul Monte Peglia, in vista del duomo di Orvieto, una delle città simbolo del nostro Paese;

si tratta, nel dettaglio, di due impianti eolici alti più di 150 metri dal suolo, tre volte l’altezza del duomo di Orvieto, costituiti uno da una centrale eolica in località «Poggio della Cavallaccia», con otto aerogeneratori – tre nel territorio comunale di Parrano (Terni) e cinque in quello San Venanzo (Terni), per una potenza complessiva di 18,4 megawatt; l’altro da una analoga centrale eolica in località «La Montagna», nel comune di San Venanzo (Terni) con dieci aerogeneratori, per una potenza complessiva di 23 megawatt;
il progetto è stato presentato a luglio 2012 alla provincia di Terni per il rilascio dell’autorizzazione unica alla costruzione e l’esercizio dei due impianti di cui al decreto legislativo n. 387 del 2003 (decreto Bersani) da parte della società napoletana Innova Wind s.r.l.;

molte e diverse sono state le opposizioni al progetto, da parte di cittadini, amministratori e associazioni ambientaliste. In data 13 aprile 2013 si è tenuta ad Orvieto in piazza del Duomo una imponente manifestazione nazionale di protesta di cui hanno dato notizia molti giornali locali e nazionali ed anche un servizio del TG2, edizione del secondo canale Rai delle ore 13;

il Monte Peglia, infatti, appartiene al sistema territoriale di interesse naturalistico ambientale (S.T.I.N.A.) e con la selva di Meana comprende tre aree naturali protette separate tra loro, ma tutte ricadenti in un ambito più vasto di interesse naturalistico;
secondo quanto si legge in un rapporto redatto dalla facoltà di agraria dell’università di Perugia «la cementificazione del Monte Peglia, l’abbattimento di migliaio di alberi, la trasformazione perenne della morfologia del territorio, oltre a un fortissimo impatto ambientale e allo sconvolgimento delle rotte dei numerosi uccelli migratori, porteranno alla alterazione irreversibile delle biocenosi presenti anche all’interno della zona a protezione integrale creando la totale desertificazione del territorio»;
le associazioni ecologiste Amici della Terra, Italia Nostra, Gruppo d’Intervento giuridico onlus e diverse altre realtà associazionistiche nazionali e locali, nonché numerosi cittadini, ed il comune di Parrano hanno inoltrato, in data 21 febbraio 2013, uno specifico atto di opposizione al rilascio dell’autorizzazione unica per le due centrali eoliche motivando la richiesta con questioni di ricevibilità e procedibilità delle istanze;
in particolare, nell’atto succitato si legge che:

la realizzazione di centrali eoliche è assoggettata al preventivo e vincolante procedimento di valutazione di impatto ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni), quindi è privo di senso rilasciare un provvedimento di autorizzazione unica (che – per sua natura – costituisce autorizzazione definitiva alla realizzazione e all’esercizio di un impianto produttivo di energia rinnovabile) in assenza di una procedura di VIA conclusa positivamente;
nel verbale della conferenza di servizi del 17 gennaio 2013 indetta dalla provincia di Terni, il rappresentante dell’unità operativa (U.O.) beni ambientali, piani comunali e VAS della provincia di Terni ha espresso parere negativo in quanto «si ritiene che il Progetto dovrà essere sottoposto a procedura di VIA sia per la consistenza dell’impianto sia per la valutazione di altre criticità, evidenziando fin da oggi che, dal punto di vista ambientale il parco eolico, per la sua collocazione in un’area ad alta esposizione panoramica, con una percezione visiva del paesaggio molto alta, rappresenterebbe un forte impatto negativo, pertanto da non attuare in questo territorio», ai sensi del piano territoriale di coordinamento provinciale (P.T.C.P.) della provincia di Terni (deliberazione consiglio provinciale n. 150 del 14 settembre 2000 e successive modificazioni e integrazioni). Analogo parere negativo è stato espresso dalla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria sulla base anche del parere negativo della soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dell’Umbria per i danni indotti dalle opere ai valori paesaggistici e panoramici dell’intera area;
i progetti di centrali eoliche sono ricompresi fra quelli delle aree proposte dalla provincia di Terni come siti non idonei all’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con delibera giunta provinciale n. 195 del 14 ottobre 2011, in quanto trattasi di siti ad alta esposizione panoramica, con una percezione visiva del paesaggio ben oltre i 20 chilometri di raggio considerati nei progetti;
lo stesso comune di San Venanzo – analogamente a quanto fatto da altri undici comuni dell’area orvietana, anche non direttamente interessati dal progetto – ha espresso parere negativo, con deliberazione giunta comunale n. 19 del 23 gennaio 2013;
l’8 aprile 2013, anche il consiglio provinciale di Terni si è espresso per fermare la realizzazione del parco eolico approvando un ordine del giorno in tal senso;
in data 25 marzo 2013 una motivata richiesta di nuova riunione della conferenza dei servizi veniva inoltrata alla provincia di Terni a firma di ben 11 sindaci dei territori interessati dalle istanze e in data 13 aprile 2013 una diffida a nome di 22 associazioni ambientaliste e comitati di cittadini veniva anch’essa inoltrata alla provincia di Terni ed altri enti tra cui al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione pro tempore per verificare le regolarità dei procedimenti messi in atto dalla provincia di Terni in merito alle segnalate questioni di ricevibilità e procedibilità;
è evidente che, sulla base di quanto esposto, l’impatto ambientale del parco eolico della Innova Wind di Napoli risulta molto alto e per alcuni tratti devastante, apparendo come un’aggressione all’ecosistema della zona e al paesaggio;

sulla base delle considerazioni effettuate e delle motivazioni addotte dalle diverse associazioni ambientaliste, nonché da diverse amministrazioni locali, sarebbe opportuno verificare la piena correttezza dell’iter procedurale per l’installazione del parco eolico del Monte Peglia -:

se siano a conoscenza della situazione esposta;

se non si ritenga, in ogni caso, necessario avviare una seria riflessione sull’esigenza di rivedere il quadro normativo e autorizzatorio in tema di impianti eolici per la produzione di energia elettrica, in modo da garantire che la loro installazione non pregiudichi l’ambiente, il paesaggio e la tutela dell’avifauna, nel pieno rispetto dell’articolo 9 della Carta costituzionale;

se il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione abbia assunto iniziative a seguito della diffida inoltrata il 13 aprile 2013;

se il Governo non ritenga necessario assumere iniziative per rivedere il sistema degli incentivi che oggi, per legge, assicurano rendite eccezionali a produttori di alcune energie rinnovabili e sono stati un modo sicuro per favorire la penetrazione del crimine organizzato nei relativi comparti (si veda da ultimo il caso Nicastri);
se non si ritenga opportuno assumere iniziative per modificare la priorità di dispacciamento e gli obblighi di acquisto da parte del GSE (il gestore dei servizi di energia) anche per l’energia non immessa in rete, al fine di evitare il rischio di creare una categoria di imprenditori irresponsabili, che non devono confrontarsi col rischio d’impresa ma hanno profitti assicurati dallo Stato per 15/20 anni e sottraggono alla competizione del mercato la produzione di energia elettrica rinnovabile. (4-00357)

Chi sconfessa chi?

certificatoLeggiamo e prendiamo le distanze da fantomatici comunicati stampa (Messaggero Umbria del 7/5/2013) a nome del Movimento 5 Stelle o di improbabili ‘Sedi Storiche’ del Movimento stesso.

La “Sede” del “Movimento 5 Stelle” è la rete e coincide con l’indirizzo web http://www.beppegrillo.it.

E’ con rammarico che constatiamo ancora una volta l’assenza di indagine, prima di sparare la notizia. Cosicché gente per bene, che esprime delle sacrosante proposte, si ritrova a disquisire con altro dal vero interlocutore. Il vero interlocutore del Movimento è il Movimento stesso. Chi vuole proporre soluzioni o emendare proposte può e deve farlo insieme ai suoi concittadini. Il Movimento agisce, a livello locale, nei MeetUp, sia in rete che in assemblee pubbliche e partecipate. Non esistono il signor Tizio o la signora Caia che parlano per il Movimento, ma bensì che parlano del Movimento. Ci si riunisce, si parla, ci si confronta e si condividono o meno le proposte. Quelle non condivise si approfondiscono e si elaborano. Esistono modelli possibili per la collettività e non possono essere avallati modelli contro di essa. Ci sono gruppi di lavoro tematici su ogni argomento. Ci sono gruppi di lavoro sulla relazione dei progetti con la sostenibilità del territorio. C’è una visione d’insieme e non una logica affaristica privata a vantaggio di pochi ed a discapito dei molti.

Ma si continua ad essere superficiali. Si confonde un Cittadino a 5 Stelle con un politicante di mestiere. Vogliono il capo, vogliono la sede, vogliono la segreteria. Qualcuno glielo dovrà dire, con estrema tenerezza, che questo mondo è finito, che dovranno semplicemente tornare a fare informazione. Questo comporterà, inevitabilmente, l’onere della ricerca, della comprensione e dell’analisi; in altre parole, l’indagine sulla notizia.

Venendo al merito dell’oggetto già il titolo dell’articolo la dice lunga sulla stampa che non ce la fa proprio a diventare informazione. “Lite tra i grillini, sconfessati quelli dell’acropoli”. Chi sconfessa chi? Una semplice verifica in rete avrebbe fatto emergere che nel MeetUp Perugia Centro ci sono anche Cittadini candidati per il M5S alle politiche 2013. Azzardato definirli “grillini sconfessati”.

Nell’articolo si accenna appena ad un’insistente, quanto mai infondata, guerra interna, senza accertarsi della fonte o dell’attendibilità della stessa. Poi si perde nella contestazione disarticolata di un progetto non letto, non compreso e, soprattutto, non valutato come visione e come approccio soggetto a dibattito e discussione. La natura del Movimento non riesce ad entrare nelle sfere dell’informazione. Non è un progetto esecutivo, non potrebbe esserlo, ma l’inizio di una discussione di un gruppo aperto a tutta la cittadinanza. E’ proprio in quelle sedi, i MeetUp e gli incontri cittadini, che le idee vengono presentate, esposte, discusse, ampliate o cestinate. Fumosi giornalisti invece preferiscono criticare un embrione di idea ma si guardano bene dall’indagare sui disastri di una urbanizzazione selvaggia e privatistica che ha distrutto la città. Quest’ultimo modello di cementificazione senza gloria è stato prodotto nelle segrete stanze di appalti ed interessi privatistici senza visione e senza partecipazione con la cittadinanza. Inoltre prendono per buona qualsiasi esternazione del primo passante, che sia attivista o deluso poco importa, e la sbattono in risalto sulle loro pagine. Questo è il trattamento riservato al Movimento. Difficilmente però, se qualcuno manda un articolo professandosi portavoce del Papa sconfessando l’intera curia, questo articolo sarebbe pubblicato. Quale è la ratio di questa discriminante a parte l’oggettivo paradosso di cariche spirituali?

Il Movimento ha una visione globale e sinergica della mobilità, del turismo e del commercio e non attacca, di volta in volta o di convenienza in convenienza, singoli e scoordinati eventi presi alla rinfusa. Per avere un visione chiara delle nostre proposte è sufficiente sfogliare il nostro programma di indirizzo sul territorio in cui vengono presi gli aspetti sensibili del problema ed analizzati in ottica di territorio e sostenibilità.

Prendiamo atto ancora una volta di questa informazione che non ci piace e proponiamo, alla stampa territoriale, un incontro aperto tra Informazione e Movimento, in cui i MeetUp si confrontino e si interroghino con gli operatori del settore sul perché questo fenomeno culturale sia stato compreso con evidente ritardo e superficialità. Siamo per promuovere un modello di comunicazione che sia rispettoso delle parti e che consenta risultati proficui per chi crea l’evento e per chi ne fornisce l’informazione. Un nuovo mondo è possibile.

L’Umbria non ‘Svorta’. Impressioni dal Dap.

dapSi parte subito malissimo : ‘un calo del PIL prossimo al 3 per cento’ e ‘rispettare gli impegni assunti in sede europea’ . Come dire curiamo il male con la malattia. Si continua a far finta di non capire che il PIL non è l’effetto ma la causa. Ma si rincara la dose: ‘Si tratta di proseguire o adottare politiche tese al miglior funzionamento dei mercati … tramite un aumento della capacità innovativa delle imprese …’. I mercati e l’innovazione. Sempre la stessa ricetta che può essere definita tranquillamente come la somministrazione della malattia stessa non tanto per uccidere la nazione ma per speculare sulla sua putrefazione. Questa pseudo-analisi economica sembra non volersi interessare minimamente agli effetti che inevitabilmente continuerà a provocare una innovazione comminata ad una privatizzazione. Gli effetti sono la super capacità produttiva fortemente automatizzata con conseguente calo di manodopera che, per questi scienziati, dovrebbe continuare, non si sa in che modo, a consumare ciò che non può più acquistare.

La complessa opera di riordino istituzionale, così si legge nel documento, delle strutture pubbliche,  ad iniziare dalla riforma del Sistema Sanitario Regionale, senza accennare minimamente alle soluzioni da adottare e senza soffermarsi sulle conseguenze.

Ma sul finale della premessa c’è una speranza : … per contribuire a costruire l’Umbria del futuro, nella consapevolezza e volontà che esso possa dipendere un po’ meno da quanto deciso a Bruxelles o a Francoforte ed un po’ più da quanto saremo in grado, tutti insieme, di costruire nel nostro territorio, mettendo a sistema le idee, i progetti, le competenze e le risorse.

Ecco bisogna necessariamente ripartire da qui: Il valore sta nella capacità di fare e non in un sistema economico ormai defunto. Ma scorrendo il testo del Dap di questo non si trova traccia, anzi, viene riproposto come guida proprio quanto sopra ammonito.

Nella lettura del documento è fondamentale mantenere lucidità e non lasciarsi intrappolare da un taglia e incolla di fesserie alla rinfusa volte alla ricerca di un modello che favorisca la ripresa del ciclo virtuoso dello sviluppo: Risparmio, Investimento, Reddito/occupazione, Risparmio. Ovvero l’accanimento terapeutico.

Un ulteriore esempio di taglia e incolla mal compreso dai relatori è il seguente: Resta buona la dinamica del lavoro interinale, mentre ha ripreso ad aumentare il ritmo di crescita delle richieste di ricorso alla Cassa integrazione. Cosa voleva dire non lo sa tanto il relatore quanto chi l’aveva scritto, magari con altro scopo.

Si parla, nel documento, di fantasiosi “motori autonomi” e di globalizzazioni che impongono una devastante concorrenza alle imprese regionali che non hanno accesso al credito. Quindi, sembra concludere il relatore, che chi ha avuto accesso al credito è riuscito a rispondere alle sfide con un maggior orientamento all’export. Di contro agricoltori, imprenditori, artigiani, operatori del commercio e del turismo, hanno si portato avanti progetti d’impresa con fatica, ‘ma senza riuscire a svoltare’.

Sinceramente non troviamo parole per questa analisi e crediamo sinceramente che sia sfuggito un’ulteriore taglia e incolla da qualche bisca clandestina del tufello.

Il relatore, non soddisfatto, rincara la dose: ‘Settori che andranno incontro a processi di ristrutturazione che dovrebbero essere sostenuti ed indirizzati verso le direttrici sopra individuate per avere una più forte connessione con il mercato estero, spostando la competizione dal “costo di produzione” – dove siamo inevitabilmente destinati a perdere, come Italia e come Umbria – al “valore della produzione”, dove invece le chance di essere competitivi sono senza dubbio maggiori’.

La questione del finanziamento del TPL è, dice il relatore, in continua evoluzione. Ma a noi la storia sembra un’altra e dal destino già segnato.

In aggiunta ad oniriche e farneticanti fasi di programmazione incompiute si rivitalizzano e resuscitano ancora una volta dei fantastici enti come:  FESR, FSE, Fondo di coesione, FEASR e FEAMP, Horizon2020, Sviluppumbria, Centro Agroalimentare, RES, BIC Umbria, Umbria Innovazione s.c.a r.l, Gepafin, Quadro di Ricerca e Innovazione 2014-2020 con un budget complessivo di circa 80 miliardi di euro ???? Ovviamente tutto questo sarà accompagnato da un’autovalutazione che verifichi che tutte le pre-condizioni previste per ogni tema e priorità. Non si fa cenno a chi, come e quando dovrà verificare!

Sul piano energetico si insiste sulle biomasse e nella produzione di energia non richiesta e non necessaria se non per ottenere certificati pseudo-verdi e finanziamenti su lavoro inutile, e per concludere con la soluzione trovata per le acciaierie di terni che sembra volgere in anticipo sul disastro annunciato di Taranto.

Dall’analisi economica confusa si passa al delirio filosofico mal interpretato e la programmazione regionale si perde su aforismi e citazioni celebri di passata memoria. Se però è vero, si chiede il relatore, che vale il detto ” Primum vivere, deinde philosophari”; secondo noi, ed altri avi, il filosofare nascerebbe dalla “meraviglia”, ovvero dal senso di stupore e di inquietudine che si sperimenta leggendo questa relazione che dovrebbe essere di indirizzo ad un piano economico e finanziario per la sopravvivenza del territorio.

Cominciamo, e continuiamo, veramente male.

(massimo maggi)

Verso la conferenza

confLa distruzione del benessere

(di massimo maggi)

Cos’è lo stato di benessere? In poche parole lo stato di benessere consiste nella azione del governo di un paese che garantisca a tutti i suoi cittadini un ragionevole ed umano livello di ingresso, alimentazione, salute e educazione. E’ la conferma del diritto che consente a tutte le persone di non essere escluse dalla società; il Reddito di Cittadinanza deve consentire a tutti un accesso al servizio pubblico ed ai diritti fondamentali ed inalienabili.

Non si tratta di assistenzialismo, ma del riconoscimento del diritto di un livello sociale normale (salute, educazione, famiglia, etc,). Molto ed altro, in tutto o in parte, nella sostanza o nella forma, i paesi dell’Europa Occidentale stanno discutendo in questi giorni come smantellale lo Stato di Benessere.

Il Lavoro precario, la privatizzazione della cosa pubblica e lo smantellamento della sicurezza sociale. Le argomentazioni politiche ed economiche che vengono portate a giustificazione sono di uno squallore e demenzialità tanto esasperante quanto lo fu il dibattito ancora in corso circa il tentativo di Denazionalizzazione dell’Argentina negli anni 90.

Il divario tra i partiti politici ed i suoi elettori aumenta ogni volta di più, e sempre con maggior sconcerto dei suoi dirigenti. Con l’abominevole Patto di Stabilità stanno provocando la più grande crisi economica e sociale della storia, tanto che si può tranquillamente chiamare crisi strutturale e di sistema. Aziende pubbliche liquidate, Piccola e Media Impresa ridotta allo sfacelo ed oltre la metà della popolazione ridotta sotto la linea della povertà. Questo tonfo della politica è evidente in tutta Europa. Senza un Movimento Politico disposto a difendere l’interesse nazionale ed i diritti dei suoi cittadini le lobbies finanziarie avranno mano libera di arricchirsi con lo squartamento della sovranità monetaria ancor prima che nazionale.

In accordo tra i Curatori Fallimentari di tutta Europa, con i loro usi e costumi, si socializzano i debiti per il Popolo e si privatizzano i crediti. In questo modo si trasferisce una massa ingente di risorse e proprietà dello stato verso imprese private, in paradisi fiscali, che hanno il volume necessario di denaro (non regolamentato) per operazioni di questa grandezza. Così facendo, la finanza Europea può sedersi ed aspettare tranquillamente che il potere politico cada ai suoi piedi.

Così finisce il film. Quello che non sappiamo è come reagirà il pubblico, o se brucerà l’intero cinema …