Archivio

Archive for aprile 2013

Rebus sic stantibus.

costituenteQUALCHE CONSIDERAZIONE, A FREDDO, SULL’ ISTITUTO
“ PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA “ .

Nei giorni appena trascorsi ciascuno di noi, almeno per una volta, avrà sentito proferire l’espressione “Presidente della Repubblica e/o Presidenza della Repubblica”.

Siamo certi, però, di conoscere compiutamente il significato di detta espressione e di saperlo riferire alla massima carica istituzionale così come statuito dalla italica Carta Costituzionale?.
Mi proverò a fornire alcune delucidazioni, utili a meglio comprendere.
L’elezione del Capo dello Stato è stata quasi sempre una sorta di gioco delle carte o di una lotteria in cui, per di più, il banco o i biglietti sono tutti quanti in mano alle forze politiche. Non è mai esistita e forse mai esisterà, “rebus sic stantibus”, la possibilità di una candidatura proveniente da quella che, con eufemismo di maniera, viene definita come “Società Civile”.
Il problema nasce proprio dalla formulazione della medesima Carta Costituzionale, venuta alla luce in funzione di una Repubblica che si volle saldamente fondamentata sul sistema e sul ruolo dei partiti in quanto, questi, estrinsecazione di ineliminabile struttura organizzativa della democrazia.
Recentemente, ci siamo appassionati a seguire avvincenti sfide per la presidenza di altre Nazioni, Stati Uniti e Francia, tanto per solo evidenziare le più eclatanti esperienze elettorali maggiormente vicine nel tempo. Ma, in quelle Nazioni, l’elezione è affidata direttamente all’intero corpo sociale, non delegata al Parlamento, poiché il Capo dello Stato per dettato costituzionale incarna in sé la figura con i più alti poteri potestativi ed esecutivi.
Da noi, usciti da un ventennio di dittatura fascista, si decise che non dovesse mai ulteriormente esistere un eccessivo potere nelle mani di una sola persona. I poteri del Presidente della Repubblica furono così grandemente limitati a favore di quelli, per intenzionale scelta, del Parlamento e del Governo e, nel Governo, non si volle un Primo Ministro, ma solamente un “primus inter pares”. Fu delegata ai partiti anche la scelta del “notaio”, cioè del Capo dello Stato.
Dopo quasi settanta anni, però, e valutata al negativo l’impotenza della politica tradizionale sia ad autoriformarsi che a riformare, le nefaste ripercussioni dell’inciso appena esposto hanno ineluttabilmente condotto al risultato che, mentre il ruolo e i poteri del Presidente della Repubblica si sono di gran lunga ampliati almeno nella sostanza, la sua elezione avviene ancora con modalità opache ed anacronistiche. Non esiste alcun ambito nel quale discutere di candidature o alleanze alla luce del sole: l’assemblea dei grandi elettori, composta dai deputati e dai senatori oltre che dai rappresentanti delle Regioni, si riunisce solo per votare e l’aula di Montecitorio si trasforma in mero seggio elettorale, senza diritto di parola per gli elettori stessi.
Spettava, e spetta ancora, ai partiti decidere tra di loro fuori da quell’aula!.
Così, i veri grandi elettori restano oligarchicamente i segretari delle formazioni politiche e, nel caso in specie, tutto si è consumato tra quattro/sei esponenti di rilievo nazionale.
A parte la lodevole eccezione dei “Cinque Stelle”, vi è da rimarcare la totale mancanza di una sia pur blanda consultazione con le cerchie degli iscritti, dei simpatizzanti e nemmeno con gli organismi dirigenti ai diversificati livelli. Tutto ciò, e nessuno lo può negare, è finito per scadere in quella orribile sceneggiata alla quale avremmo preferito non dover assistere.
Mi si conceda, da ultimo, una constatazione amara quanto disarmante: il Presidente eletto, successore di se stesso, è stato il frutto di un mercanteggiamento tra “capi di partito” in odio tra di loro fino all’altro ieri e tale mercimonio, aspetto ben più grave, parrebbe non aver tenuto conto delle enormi difficoltà che il nostro popolo dovrà comunque fronteggiare. Opinionisti maliziosi, ma sicuramente meno estranei alle realtà oggettive rispetto ai politicanti di mestiere, hanno dichiarato che si è voluto un Presidente per le prossime sette settimane o, al massimo, per i prossimi sette mesi. Ai sette anni, sembra non essere interessato nessuno salvo, esausta, la nostra “Povera Italia”.
Ma quest’ultima, al decadente romanzo della politica, può ancora solamente e supinamente assistere da impotente spettatrice fino al raggiungimento del punto di rottura e, allora, non ve ne sarà più per alcuno!.

Orvieto 28/04/2013   Mario Tiberi

 

 

Governo Tecnocrate del Presidente

disappleSiamo alle comiche finali. L’unica certezza, per ora, è che Pacciani e Vanni non sono candidabili per ovvi motivi; ma non ci scommetterei. L’intera disinformazione nazionale, con il graziato Sallusti in testa, ci raccontano di un Re-Presidente della Non-Pubblica Italiota quanto mai responsabile, in stile Scilipoti. Concordo sulla responsabilità se attribuita al massacro istituzionale, quello sociale e culturale era già avvenuto. Quel Re-Presidente, di non so chi e non so di cosa, che non ha impedito le leggi vergogna, che ha avallato, nascondendosi dietro dei moniti incomprensibili, la legge elettorale porcata, che non ha sciolto le camere quando già non esistevano più e che non si è dimesso in anticipo per evitare al paese intero questa figurina che non esito a definire di merda. Accennare in questo momento ai resti del PD potrebbe essere assimilato al reato di vilipendio di cadavere. I Saggi, sant’Iddio i Saggi. Il solo il pensiero di Violante alla giustizia e Amato alla presidenza del consiglio fa tremar le vene ai polsi. E allora? Non ci rimane che il

Governo Tecnocrate del

Presidente

 

(via con lo spot)

SOLDI

Banche, F. Barca, Spread, PIL, Equitalia, Marchionne

BOURLESQUE

Berlusconi, Belen, Ruby, Figa, la Castà, Noemi, Il Rag. Spinelli e l’Olgettine Strep Band

LAVORO

Interinale, Precario, Pendolare, Inutile

SCUOLA

 Privata, Gelmini, Tagli, Lazzi, Sputi e Frattaglie

GIUSTIZIA

 Grazie non richieste, Indulti, Legittimi impedimenti, Immunità, Impunità, Trattative e Violante

iPad

Hi, hi  iCostituzione

(massimo maggi)

Tutti gli idioti del presidente

isCATWQ1U4

Follie? Ora tutti quelli che strepitavano nella vecchia fattoria mediatica in attesa che i maiolotti facessero correo ai macellai, che piagnucolavano cosucce del tipo “iL 5S non può solo dire di no”, “si deve assumere le responsabilità”, “Bersani ha fatto un passo avanti, Grillo non ne faccia due indietro”, sono serviti: quelli del Pd sembrano una pletora di grulli di campagna  portati in gita al casinò, non sanno nemmeno contare le fishes, ma sperano di riportarsi indietro il gruzzolo con qualche trucchetto. Per questo all’inizio  invece di soldi sonanti, si sono portati appresso le cocuzze: Marini, Prodi. Qualcuno fra i più scaltri in fatto di grulleria sperava di poter puntare a  cavallo del rosso e del nero , bacchettato subito dal croupier, perché al di fuori dei grulli tutti sanno che alla roulette sui colori si scommette alla pari e o rosso o nero.

Certo puoi puntare due volte, sia sul rosso, sia sul nero, contemporaneamente, la stessa cifra: fai finta di aver giocato, da un lato rivinci la posta, dall’altro la perdi, e vai a bere un drink con Napolitano, sua eminenza “piena di grazia” per i farabutti e gli idioti di regime.  Rodotà non lo votano dopo aver piatito accordi per un “governicchio di cambiamento” con Grillo? Beh era ovvio: era tutto finto, era il ricatto ad entrare con le buone nel recinto del macello gestito da loro, ed oggi si vede con quanta buona ragione hanno ricevuto uno scaracchio in faccia. Quando invece la proposta di accordo “di cambiamento” è seria (vale a dire: parte dai fatti importanti, concreti, senza fiducie in bianco) e non gestita solo da loro, non ci stanno.  Più che occupare le sedi del Pd i suoi giovin signori dovrebbero cominciare a disoccupare l’Italia da se stessi e dal Pd. D’altra parte non è il partito, l’area culturale, dove per anni si è ritenuto un fine stratega (forse per via dei baffetti e la posa da signorotto medievale che tanto nessuno lo tocca), un tal D’Alema, la cui arte della guerra potrebbe essere riassunta nel motto “incula così poi ti inculano”?

Manca loro solo di eleggere proprio lui: il più macellaio tra i grulli, la madre di tutti i Pdmenoelle.

Fate vobis. Meliora latent.

Comunarie Castel Giorgio 2013

logoLe attese dimissioni del sindaco, come la incomprensibile gestione anomala del Comune di Castel Giorgio, nella loro rapidità, non hanno dato il tempo necessario alla formazione di un gruppo a 5 Stelle nel territorio. Ma questo non può e non deve pregiudicare la volontà, espressa da oltre il 25% dei cittadini e cittadine, di cambiamento. Questo cambiamento abbiamo cercato di condividerlo in tutti i modi possibili, ma non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Abbiamo messo a conoscenza la cittadinanza della nostra visione del territorio, abbiamo pubblicato una bozza di programma pronta all’uso ed alla declinazione sul comune, abbiamo chiesto di unire le liste civiche e presentarsi ai cittadini e cittadine con delle primarie trasparenti ed aperte a tutti. Niet! Vogliono suicidarsi con le vecchie prassi partitiche. Liberi di farlo, ma non possono costringere una intera cittadinanza al suicidio collettivo. Come Movimento 5 Stelle abbiamo nel nostro DNA la volontà e l’impegno nel cancellare definitivamente queste logiche dal nostro territorio, ma il lato umano e compassionevole riaffiora sempre. Ci abbiamo provato e, come era previsto e prevedibile, abbiamo fallito. Nessun rimpianto e nessun rimorso. Il nostro interlocutore è e rimane la cittadinanza non collusa, la cittadinanza che vuole un futuro migliore per le prossime generazioni, una cittadinanza che guarda alla collettività e non agli interessi di bottega. Per questo il coordinamento Territori orvietani a 5 Stelle indice per il giorno 21 Aprile 2013 dalle ore 11,00 alle ore 20,00 le Comunarie aperte a tutti i cittadini e cittadine residenti in Umbria per indicare la loro preferenza ai candidati consiglieri e sindaco di Castel Giorgio. Le Comunarie saranno aperte a tutta la regione per il semplice fatto che una scelta criminale, come il Geotermico, non è affare privato del Comune ma di tutto il territorio regionale.

Ogni elettore potrà esprimere una preferenza per il candidato/a sindaco e tre preferenze per il canditado/a consigliere scrivendo liberamente, e senza suggerimenti, il nome ed il cognome della candidata/o. Dalle ore 20,00 dello stesso giorno si svolgeranno gli scrutini aperti al pubblico procedendo nel seguente modo: Per i candidati/e consiglieri verranno inseriti al ballottaggio i primi 12 nominativi in ordine di preferenza mentre per il candidato/a sindaco, se non si otterrà al primo turno una preferenza al 50% +1, si procederà al ballottaggio dei primi 5 in ordine di preferenza. Il ballottaggio avrà luogo il Martedì successivo dalle ore 16,00 alle ore 22,00.

Le Comunarie si svolgeranno a Castel Giorgio in Via Marconi, 98/a (accanto ZooBar) dalle ore 11,00 alle ore 20,00 di Domenica 21 Aprile.

Il programma della costituenda Lista Civica per Castel Giorgio

è visionabile al link : http://files.meetup.com/1680568/Programma%20Castel%20Giorgio.pdf

Geometrie non euclidee.

geometrieNon raggiungeremo mai alcun fine costituzionale ne tanto meno la nostra felicità se continuiamo ciecamente e stupidamente a perseguire un bene economico nell’accumulare capitali monetari che non corrispondono a beni reali. Non è possibile, ne pensabile, misurare l’orgoglio nazionale sulla base del MibTel, del Dow-Jones o dello Spread, ne tanto meno il successo della nostra nazione sulla base del prodotto Interno Lordo (PIL). Quest’ultimo acronimo, elevato a dogma, comprende quanto di peggio siamo riusciti a produrre su questa terra. Questa idiozia del PIL, partorita da menti ristrette e malate, comprende anche l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria che respiriamo, le emissioni nocive e tossiche delle nostre fabbriche di morte. Comprende anche le ambulanze utilizzate per sgomberare le strade dalle carneficine dei fine settimana. Questo PIL comprende i disastri nucleari e l’inquinamento dei mari, le alluvioni e smottamenti e la conseguente Business Company del disastro che ci lucra sopra. Il PIL mette nei suoi conti le serrature speciali e porte blindate delle nostre abitazioni, e le prigioni per coloro che cercano di svaligiarle. Comprende programmi televisivi volgari e violenti per vendere prodotti ancor più volgari e violenti ai nostri figli e nipoti. E più aumenta l’inquinamento, il disastro e l’insostenibilità e più aumenta il PIL. Cresce con la produzione di armi, con la produzione di agenti inquinanti e con la devastazione del pianeta. Cresce con le malattie e con i profitti delle case farmaceutiche. Cresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte di chi è escluso dal PIL. Più l’umanità degenera e più il PIL cresce. Ai sacerdoti del PIL non interessa la nostra salute ne quella del pianeta, perché il PIL non tiene conto dell’educazione dei nostri figli o della gioia nei loro momenti di svago. Non comprende ne bellezza ne poesia, ne solidarietà ne sentimenti, ne intelligenza ne onestà. Non tiene conto, e ne è anzi nemico, della giustizia, della equità e della verità. Il PIL non misura ne la nostra arguzia ne il nostro coraggio, ne la nostra saggezza ne la nostra coscienza, ne la nostra compassione ne la devozione alla nostra terra. Misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sul capitale del nostro paese, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere italiani. A mezzo secolo di distanza il discorso di Robert Kennedy, tenuto all’università del Kansas, suona quanto mai attuale. Quanti altri Draghi, Monti o Renzi dovremo sopportare per abdicare da questa follia?

(massimo maggi)

A (s)proposito di G. Orwell

compromessoSe fosse nato qualche anno più tardi non avrebbe scritto 1984 nel 1948 ma lo avrebbe scritto nel 1967 intitolandolo 1976. Avrebbe sicuramente romanzato, da vero statista, le stronzate a cui si riferisce oggi, nel 2013, il più grande massone della storia italiana. Peccato che non ci sia nessuna permutazione possibile per l’anno 2013 altrimenti avremo citato a sproposito anche la cabala del G.Bruno e del Gaudì. Ma quest’ultimo però ci sta tutto con la sua incompiuta Sagrada Familia.

Non fu però Orwell ma Gaber nel ’67 a cantare ‘O bella Ciao’ al Festival delle Rose. Ci volle del coraggio per preparare il terreno a quanto successe due anni dopo. Erano anni lontani e l’intelletto su profuse tanto che dietro la memoria non seppe ire. E la memoria si perde tanto da far confondere, a un giornalaio da strapazzo, Via Fani con Via Difani. Da far confondere una ‘larga intesa stragista e mafiosa’ con il coraggio e la dignità di governare un paese sovrano. Ma in quegli anni qualcun altro, che alcuni vorrebbero addirittura presidente, confuse Via Gradoli con il Lago di Gradoli. Glie lo avevano suggerito gli spiriti (seduta). E allora, per riprendere Gaber degli stessi anni, – caro il nostro sproloquiatore a libera interpretazione cerchiobottista -, un ‘amico’ non si deve mai tradire. E allora dai, e allora dai, le cose giuste tu le sai, e allora dai, e allora dai, perché le cose giuste non le fai?

Con virtuosismo Orwelliano, Gaber passò dal ’67 al ’76 con la poco profetica, poiché già reale allora: La presa del potere.

Allora, caro Gargamella, che osanni tanto il giullare del potere, visto che tu insisti, a farci le proposte, ti diremo cos’è, che desideriamo da te … che ti sciacqui dai coglioni!

Orwell, Gaber, De Andrè; tutta la sinistra progressista si è sempre confrontata, avvicinata, schivato, ignorato, tradito tanta saggezza. Come si pongono oggi di fronte a questi saggi? Chi cazzo è Enrico Letta? Chi cazzo lo vuole un Barca che sappiamo benissimo essere stato uno dei collaborazionisti di questo sFascio sociale.  Ritorna Orwell e la neolingua. Il Ministro dell’Amore che pratica la tortura. Chi ha creato il dissesto sociale viene nominato ministro della coesione sociale e proposto a non si sa cosa. Saggi si è o non si è: non si viene nominati. Scusali tanto Enrico Berlinguer.

(massimo maggi)

perché, ci vuole orecchio …

Napolitano: “Nel ’76 ci volle coraggio per fare le larghe intese. No a campagne finte moralizzatrici”.

francobolloCaro il nostro scaduto Presidente, nel 76 ci volle coraggio nel negare, come fa tutt’ora, un sistema di servizi deviati e collusi e, a quanto pare, quella Questione Morale che lei non riesce ancora a digerire.

Era il 1976 e nelle Hit Parade Lucio Battisti era in testa con la canzone ANCORA TU.

La questione morale è, anzitutto, difesa strenua e attaccamento ai valori della verità e della legalità. Dire bugie, quando si hanno responsabilità pubbliche o occultare verità (dai fatti di Genova del luglio 2001 alle ragioni della guerra in Iraq) va finalmente considerato, anche in Italia, come una delle colpe e delle responsabilità moralmente più gravi e inaccettabili. Si potrebbe addirittura ipotizzare l’alto tradimento.

Quando Berlinguer rilanciò la questione morale del 1981 definì, testualmente, i partiti come ‘macchine di potere e di clientela’. Napolitano, oggi come allora, rimase sbigottito e, sempre testualmente, definì clamorosa l’esternazione di Berlinguer cogliendo un’esasperazione pericolosa come non mai, una sorta di rinuncia a fare politica visto che non riconoscevamo più alcun interlocutore valido e negavamo che gli altri partiti, ridotti a ‘macchine di potere e di clientela’, esprimessero posizioni e programmi con cui potessimo e dovessimo confrontarci. Per Napolitano, che possiamo a questo punto definire coerente, gli scandali e la corruzione della Dc di Antonio Gava e Salvo Lima o del Psi di Bettino Craxi non erano un ostacolo al riformismo dialogante. È la stessa logica con cui anni più tardi, da esponente del Pds e poi dei Ds, propugna la linea dell’inciucio e della collaborazione sulle riforme con il berlusconismo del Caimano, fatto anche dai vari Previti e Dell’Utri.

La grazia concessa da Napolitano a Joseph Romano rappresenta un ulteriore tassello che rende più coerente l’immagine di un presidente del tutto succube rispetto al quadro atlantico, per il quale insomma il concetto di sovranità nazionale non ha alcun valore. Ormai, a poche settimane dalla fine del suo mandato, Napolitano ha così deciso di uscire allo scoperto senza più occultare questa sua appartenenza a questo circolo esclusivo transnazionale. Speriamo che finiscano almeno le laudi, ormai provenienti anche dal PDL a questo presidente. Questo incensamento soprattutto da parte della grande stampa, risulta davvero indigesto: che razza di giornalisti abbiamo in questo paese? Romano era stato condannato insieme ad altri 22 militari americani, ma nessuno di loro ha mai scontato effettivamente la pena, perché in contumacia, ndr]. Si è trattato di un rapimento perpetrato a danno di una persona poi torturata, che non ci risulta abbia perdonato i rapitori, i quali probabilmente non si saranno neanche scusati né penseranno di risarcirlo. Non è una grazia a una persona pentita: è altro. La grazia è stata data perché gli Usa sono potenti: è uno schiaffo alle vittime e ai cittadini italiani che restano insicuri, nonché ai soldi spesi affinché la magistratura facesse un’inchiesta seria per una sentenza giusta! E la distinzione dei poteri dove è finita?

Il 1976 poi era l’anno di altre e fantastiche esperienze che non svilupperò qui per non appesantire oltre. Solo un accenno: la bozza del Forign Office sull’ipotesi di “un’azione in supporto di un colpo di Stato” in Italia.

Quante altre cialtronesche bugie ed ipocrisie dobbiamo ancora ascoltare da quello che non è mai stato il Nostro Presidente?

(di massimo maggi)

Io, se fossi Dio.

gaberTutti pensavano, con comprensibile orrore, ad un Monti Bis; e invece si tenterà un Re-Monti. Il giovane Renzi tenta il sorpasso a destra, che neanche un infante tenterebbe, per posarsi sulla merda, come richiamano i migliori luoghi comuni sulle mosche. Si, come le mosche vanno sulla merda così la politica di merda implode verso il centro. Le categorie aristoteliche sembrano non tramontare mai. In tutto questo fetore nessuno si azzardi a tirare in ballo il Presidente perché, ricordiamolo, ha solo una giacchetta e non va sgualcita. Veramente una politica Maroccata. Ora si parla anche di un settimino, un nato prematuro, anziché di un settennato per la presidenza della Repubblica. E nel fine settimana si promette il pagamento dei crediti per i noti palazzinari del sistema. Il grande De Andrè ci parlava di coloro che si sentivano assolti ma comunque coinvolti. E poi la Dragata finale della BCE che ci dice che la luce in fondo al tunnel si è spenta o, quantomeno, è fioca. Chi cazzo è Draghi la storia non lo citerà nemmeno di striscio se non come uno dei tanti sciacalli; comunque animaletti di Dio. Ma se non ne possiamo più di queste panzane possiamo andare comunque a bivaccare sulle scalinate del palazzo di giustizia di Milano, almeno avremo la possibilità di ammirare il culo della Ruby senza necessità di racconti opachi di Mentana. Ma tornando alla realtà cerchiamo di capire come ottimizzare, secondo la metafisica Bocconiana, la sanità. Scopriamo che è colpa dei preti che di volta in volta sparano cazzate su Cristo, passando per la pedofilia, per approdare al riciclaggio sul dolore e sulla malattia. Ma dall’estero ci dicono che gli italiani portano soldi nei paradisi fiscali; non si finisce mai di imparare. Poi non manca mai un demente, con un popolo al seguito, che, avendo delle miccette scadute dello scorso capodanno, vuole sferrare un attacco nucleare contro l’America; e la stampa ne parla. In finale, dall’altra parte del mondo, dove non riesce un arbitro, interviene un plotone antisommossa, con tanto di fucili spianati, a decretare la fine di una partita di calcio. In tutto questo lo spread sale e le borse pure, almeno quelle americane.

Se fossi Dio, dopo tante elucubrazioni, mi comporterei come cantava Gaber. Ma vorrei, con tutto me stesso, che Dio esistesse davvero, almeno per un decimo di secondo.

(di massimo maggi)

Interessi privati e pubbliche virtù.

simpsonLeggiamo e prendiamo le distanze da fantomatici comunicati stampa (OrvietoSi, La Nazione, Corriere dell’Umbria) a nome del Movimento 5 Stelle di Orvieto o di improbabili ‘responsabili’ del Movimento stesso. Come per altro emerso durante l’incontro Movimento-Informazione (del 28/3/2013 Sala del Governatore – Orvieto) e ben descritto da L. Ricci (di OrvietoNews):È dunque il gruppo, partecipato e con assemblee pubbliche e trasparenti, che deve essere inteso come referente dell’azione e delle proposte fatte dall’M5S nel territorio, anche laddove dovesse avere, per motivi organizzativi, un “portavoce” temporaneo che comunica con l’esterno’. La sana informazione fa sana Informazione.

Innanzitutto vogliamo solidarizzare con le locali Forze dell’Ordine in quanto esecutori di leggi e non legislatori. In secondo luogo non concediamo, per natura, fiducie in bianco a rimpasti dei rimpasti di giunta.

Il Movimento ha una visione globale e sinergica della mobilità, del turismo e del commercio e non attacca, di volta in volta o di convenienza in convenienza, singoli e scoordinati eventi presi alla rinfusa. Per avere un visione chiara delle nostre proposte è sufficiente sfogliare il nostro programma di indirizzo sul territorio in cui vengono presi gli aspetti sensibili del problema ed analizzati in ottica di territorio e sostenibilità.

La mobilità non è viabilità. Il rispetto del territorio e dell’ambiente passa necessariamente da una buona politica sulla mobilità che deve essere progettata come una visione d’insieme del tessuto sociale, dove il cittadino possa sentirsi coinvolto in una partecipazione diretta nella vita della collettività. In questa visione sono fondamentali le politiche urbanistiche che includano la salvaguardia del territorio e consentano spazi vivibili per pedoni e ciclisti e, più in generale, per i non auto muniti. Cambiare la mobilità significa cambiare stili di vita favorendo la salvaguardia dell’ambiente e della salute. La mobilità, ovvero la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, non è solo una necessità del cittadino automobilista ma un diritto ineludibile previsto dalla Costituzione ( Art 16 ), è quindi necessario porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché sia garantita a tutti. La libertà di movimento è la condizione necessaria al cittadino per godere degli spazi urbani come beni comuni, e come tali appartenenti a tutti senza privilegi. Garantire la mobilità ai cittadini si traduce in una riconquista della città, dei suoi spazi e delle sue funzioni da parte di tutti gli abitanti e in particolare, di quelli che ne sono maggiormente esclusi: anziani, bambini, disabili , poveri, “non patentati” o “non automuniti”. La mobilità privata, maggior causa di inquinamento e viabilità non sostenibile, va disincentivata con informazione ed alternative reali, rendendo sempre più competitivo il mezzo pubblico rispetto al mezzo privato. (continua su http://www.meetup.com/Orvieto-a-cinque-stelle/messages/boards/thread/32075752).

La risorsa del Turismo tocca ovviamente molti altri aspetti affrontati dal nostro programma, innanzitutto la Cultura, seguita dalla Mobilità (Trasporti), intesi come collegamento e spostamento, il Territorio e la sua Popolazione, in quanto espressione di attrattiva il primo e d’accoglienza la seconda. Quindi un progetto di “Turismo Sostenibile” è la prospettiva più idonea che ci proponiamo, rendendoci conto delle difficoltà in cui si può incorrere, in quanto i punti evidenziati sono determinanti. (continua su http://www.meetup.com/Orvieto-a-cinque-stelle/messages/boards/thread/32076202).

Anche il commercio locale è una categoria in grossa sofferenza, ma a differenza del settore secondario, grosse responsabilità sono da attribuirsi a scelte amministrative palesemente contrarie all’interesse delle città. Piuttosto che incentivare continuamente la realizzazione di immensi centri commerciali o franchising di ciarpame, ad esempio, si dovrà incentivare l’acquisto nelle attività locali creando un circolo virtuoso che genererà benefici per tutta la popolazione. Si deve insomma puntare alla promozione di un’economia etica e solidale all’interno del territorio con particolare attenzione alle realtà che perseguono la filiera corta ed alle realtà artigianali. (continua su http://www.meetup.com/Orvieto-a-cinque-stelle/messages/boards/thread/32076322)

Forse è proprio su quest’ultimo punto che bisognerà riflettere e ci accorgeremo che quelle inversioni a U per andare altrove non derivano da mancate fantasie di riutilizzo in peggio di strutture da destinare ad altro, ma bensì da un’offerta scadente e per niente connotata con il territorio.

Movimento 5 Stelle Orvieto e Territori orvietani.