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Archive for the ‘immigrazione’ Category

Non ci interessa il consenso, quanto la verità.

brutoLa strana coppia catodica parla di tradimento poiché l’eliminazione del reato di clandestinità (di cui non si fa alcun riferimento in costituzione) non era incluso nel programma (quale?) del Movimento. Il ‘quale ?’ è dovuto in riferimento alle fasi alterne di euro si ed euro no. Ma nel programma infatti non c’era neanche la difesa della Costituzione, ultimo baluardo possibile per invertire la rotta. Eppure il duo catodico non ha mosso ciglio all’occupazione dei tetti parlamentari. Se si difende la Costituzione l’emendamento proposto è un atto dovuto. Infatti come ci ricorda una famosa sentenza della Corte Costituzionale (n. 249 del 8/7/2010) l’aggravante di clandestinità (di cui all’art 1, comma 1, L. 94/2009) è illegittimo. Prima di difendere la Costituzione come sport nazionale ed elettorale sarebbe il caso di darle una letta. Il principio costituzionale di eguaglianza in generale non tollera discriminazioni fra la posizione del cittadino e quella dello straniero (art. 3).

Ma se questo è tradimento, come si devono sentire, se non traditi, i milioni di elettori che hanno votato per il Movimento illudendosi di poter cambiare la politica ed il paese? Come possono sentirsi, se non strumentalizzati ed usati, quando il Duo dichiara che “se avessero previsto nel loro programma la cancellazione del reato di clandestinità non avrebbero preso tutti i voti che hanno raccolto”? E’ vero che l’elettorato a 5 stelle era nel fantastico mondo di Amélie e canticchiava di non essere nè di destra nè di sinistra, ma è vero anche che non poteva e non voleva essere un Movimento burocrate xenofobo di merda. Se il Movimento avesse professato la sua deriva reazionaria e xenofoba quanti voti avrebbe preso? Sicuramente molti di meno di Alba D’orata in Grecia. Ma il fatto più grave resta l’insipienza e l’idiozia di chi afferma che l’abolizione del reato di clandestinità avrà come conseguenza l’aumento del numero dei migranti che vogliono entrare nel nostro paese. Come è grave, e ridicolo, il pensiero che la politica si fa con metodo e non con merito.
Ma il Duo uccide i portavoce e lo fa con una retorica assai ignobile ma quanto mai efficace: ‘Non è che amiamo i nostri portavoce di meno, ma è che amiamo Gaia di più!’. E allora ci tocca fare i MarcoAntoni: Erano i nostri portavoce amici, fedeli e corretti con noi e li avevamo estratti a sorte dalle parlamentarie; ma il Duo dice che erano ambiziosi, e Grillo e Casaleggio sono uomini d’onore. Oh giudizio, tu sei fuggito verso le bestie più selvagge.
Ma lasciamo riposare Shakespeare e domandiamoci invece come reagirà ora l’elettorato progressista che ha votato per il M5S, quando il capo politico del Movimento si esprime in termini che si confondono con gli inni razzisti e xenofobi italiani ed europei?
Invece di rompere i coglioni a due bravi cittadini che hanno usato la loro posizione per cancellare un minimo di schifo legislativo, chiariscano la loro posizione riguardo alla libera circolazione dei capitali che, di fatto, costringe le masse escluse dal gioco finanziario a migrare di testa e di stomaco prima che di paese. Il reato di clandestinità va richiesto con forza per arrestare il movimento dei capitali e della loro lercia finanza. Se non facciamo questo allora si che ignobili speculatori si sentiranno invitati a devastare ancor di più il nostro mondo.

(massimo maggi)

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Dallo jus soli allo jus sotto-soli.

urloIn uno stato dove si applicano sanzione per i soccorritori spacciandole per contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, secondo il dettame della legge criminale apportato dalla Bossi-Fini (189/2002), non si può parlare né di stato italiano né europeo: è uno stato di merda! Il punto è la totale, disarmante, imbecillità dimostrata nell’affrontare un problema epocale come quello della immigrazione sulla scorta di un episodio di follia criminale commesso proprio dai governi che vorrebbero regolarlo.

A Lampedusa il 3 Ottobre 2013 non abbiamo assistito ad una tragedia ma ad una strage dove i mandanti e gli esecutori hanno nomi e cognomi. E non ci si può pulire l’anima con uno o due minuti di silenzio. Occorrerebbe una vita di Vergogna! Questi assassini con le loro putride leggi hanno alzato un muro in mezzo al mare, hanno permesso l’esistenza di veri e propri lager dove vengono rinchiusi coloro che riescono a sopravvivere al grande viaggio nel cimitero liquido che è il mediterraneo.
Chiunque, facente parte di ogni schieramento politico, ha approvato la Turco Napolitano prima e la Bossi Fini poi per approdare festosi al pacchetto sicurezza di Roberto Maroni sono assassini. Non ci sono altre parole per definirli. Alla stessa stregua di chi, spacciandosi per nuovo, attende amorfo ed idiota una consultazione popolare per decidere contro natura e contro etica.
Oltre al genocidio umano assistiamo ad un genocidio culturale che non può che portare ad altre e più devastanti stragi. Proprio per quanto citato in premessa, con la voluta confusione sull’interpretazione in peggio di leggi criminali, si induce chi è presente nelle zone di naufragio a non sporcarsi le mani e preferendo fare riprese con i telefonini anziché prestare un soccorso che gli creerà noie non volute. In realtà la previsione dell’art. 54 del codice penale che fa riferimento allo stato di necessità, come causa esimente che esclude la responsabilità penale di chi agevola un ingresso irregolare nel territorio italiano, si amplia sensibilmente per effetto del dettato dell’art. 12 del Testo Unico sull’immigrazione del 1998 che afferma espressamente come “non costituiscono reato le attività di soccorso e di assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizione di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato”. Ma questo stato di necessità non può determinarlo un pescatore a cui viene detto in tutte le salse che quel naufrago è un clandestino ex ante. Sono già noti gli effetti delle denunce di pescatori che negli anni passati avevano salvato altri migranti. Molti sopravvissuti alle stragi nel Canale di Sicilia hanno testimoniato che, dopo queste denunce, sebbene non ci siano ancora state condanne da parte della magistratura, i pescherecci si rifiutano di intervenire tempestivamente nel salvataggio dei migranti in difficoltà, limitandosi ad avvertire le forze militari italiane con un inevitabile ritardo negli interventi di soccorso.

Imbecilli, xenofobi e razzisti di ogni rango che oggi fanno il teatrino del piagnisteo in stupidi simposi da bar dovrebbero osservare non un minuto di silenzio ma una vita di Vergogna! Utili Idioti servi di assassini che in luogo di far rispettare ordine e sicurezza prendono a manganellate i migranti che si ribellano alla loro condizione detentiva, quando sono solo richiedenti asilo. Degli emeriti signor nessuno che hanno sponsorizzato fino ad un minuto prima il divieto alla vita ed alla libera circolazione umana ora concedono la sepoltura confondendo lo jus soli con l’occultamento di cadavere. Nella loro imbecillità autoreferenziale continuano a chiedere più Europa. Dunque, seguendo il ragionamento dell’imbecille Alfano dovremmo estendere e rafforzare il concetto di “confine“ in modo da renderlo il più possibile inespugnabile, non permeabile. Purtroppo in tema di immigrazioni non si tratta di assumere il punto di vista borghesotto e benpensante da salotto di sinistra ( a cui di sinistra è rimasto solo il salotto) di una positività della cosiddetta società multietnica. E’ chiaro che questa – come per tutto il resto che ci circonda però – è determinata dal dominio folle dell’economia di mercato, e non posta in essere dal libero mutuo movimento degli esseri umani. Ma proprio per questo motivo, non si può liquidare con ragionamenti raffazzonati ed imbecilli il problema.
In un mondo globalizzato, dove passano senza problemi merci e denaro, non riusciamo a far passare le persone, le loro culture ed i loro sogni. Il denaro, anche se sporco e non regolare, trova ospitalità in ogni luogo. Le merci, ridotte a feticci ad uso consumistico, transitano ed inquinano senza necessità di cittadinanza. Riusciamo a chiamare servizi anche lotterie e scommesse clandestine che transitano in rete e distruggono la vita degli individui. Ma non una parola sul loro lerciume e sulla loro capacità di distruzione etica o quantomeno morale. Ma quando parliamo di persone costrette ad immigrare per colpa delle nostre ipocrite nefandezze allora scatta la diffidenza e l’ostracismo verso l’umanità. Spalanchiamo le porte ad investitori internazionali senza annusare l’odore dei loro marci denari e storciamo il naso di fronte alla vita di donne e uomini che dovremmo accogliere e farli sentire a casa loro; se non meglio di quella che con le nostre invasioni e le nostre devastazioni gli abbiamo tolto. L’immigrazione è e deve essere considerata una risorsa, non un problema per la sicurezza. E’ una risorsa di sviluppo umano e culturale prima che lavorativo, sulla quale cooperare per poterla valorizzare. Non si regola inasprendo leggi o proponendone altre ancora più restrittive sulla cittadinanza e sui permessi di soggiorno. In Italia abbiamo partorito delle leggi criminali e criminogene; dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini. Rendendo illegale e clandestino l’immigrato prima di averlo regolarizzato equivale a fare di un qualsiasi cittadino un assassino prima del suo processo o addirittura prima del suo reato.  La irregolarità e la clandestinità favoriscono il proliferare di attività criminose non solo a discapito dell’immigrato ma soprattutto della comunità locale in quanto l’esistenza di una classe di ‘cittadini’ svantaggiati favorisce la speculazione al ribasso per lo sfruttamento e la sottomissione dell’intera collettività.
Il diritto di cittadinanza deve essere automatico e regolarizzato attraverso una integrazione adeguata; tramite questa si toglie la paura del diverso e si evita che “l’immigrato” venga utilizzato come collettore unico di problemi in una semplicistica ed errata risposta alla frustrazione generale di cui siamo tutti vittime, anche e soprattutto gli immigrati stessi. A questo si aggiunge l’ovvio e imprescindibile presupposto della necessità che tutti, italiani ed immigrati, rispettino le regole della convivenza civile e le leggi del nostro Stato senza eccezione alcuna. Vanno fatti investimenti mirati principalmente all’apprendimento della lingua e all’educazione civica per l’immigrazione regolare e si devono aiutare le associazioni di volontariato esistenti sul territorio con finanziamenti a progetto, per aiutare/controllare l’immigrazione irregolare.
Dobbiamo abbandonare la visione miope ed ipocrita che vuole vedere l’immigrato come bisognoso di carità. Il movente peggiore dell’immigrazione è quello dovuto a guerre e carestie, che oggi sono cadute su di loro e che domani, come successo in passato, potranno ricadere su di noi. Ma non è il solo e non è l’unico possibile. Si immigra anche per scelta o necessità personale. Si immigra anche per amore. Ma ai nostri statisti nostrani questa possibilità gli sfugge. E’ necessario distinguere il diritto di cittadinanza dal dovere di nazionalità. Il primo per noi non ha preclusioni, il secondo è un dovere che il singolo Cittadino del Mondo deve poter scegliere in piena autonomia e capacità.

(massimo maggi)

 

 

L’imbecille intervento di Grillo sul picconatore Kabobo.

 

ImageSe l’intervento di Grillo, tempestivo ed imbecille, sulla follia criminale del ghanese Kabobo ha suscitato sul blog del M5S numerose polemiche, e le ovvie difese d’ufficio o di fede da parte dei giullari del re e dei preti del tempio, raramente si è centrata la vera questione: non è il razzismo vero o presunto, non è lo scimmiottamento a fini di realpolitik a 5stelle dei deliri leghisti il centro interessante del post di Grillo.

 

Il centro è la totale, disarmante, imbecillità dimostrata nell’affrontare un problema epocale come quello della immigrazione sulla scorta di un episodio di follia criminale.

 

E’ inutile girarci in tondo per salvare il senso dell’intervento dell’opinion maker maximo del 5Stelle, perché almeno questo Grillo – rispetto ai vari blaterii politichesi – è chiaro, le sue opinioni sono limpide, anche se in questo caso limpidamente imbecilli.

 

Queste opinioni possono essere facilmente sintetizzate:

 

  1. Le attuali leggi e la loro applicazione in materia di immigrazione non sono in grado di “fermare” l’accesso al paese di “stranieri” extra-comunitari o comunitari peone senza arte né parte: e questi, pensate un poco, anche loro, come tanti italiani, poveri e ricchi, possono “delinquere” ed “impazzire”. Corollario di questo punto: se a delinquere per scienza o per impazzimento è un italiano, la questione è diversa? Probabilmente sì, nascere in Italia ( ma senza essersi avvalsi di Ius Soli eh, diciamo “naturalmente” italioti) ed impazzire criminalmente sarebbe tutto un altro paio di maniche. Altrimenti Kabobo non avrebbe dovuto essere in qualche modo collegabile tanto strettamente, per il suo specifico atto criminale, ad una questione di immigrazione o social-razziale.

  2. Le attuali leggi (per inciso: già infami, perché creano ad hoc lo statuo criminogeno di “clandestino”) e la loro applicazione non riescono ad “espellere” rapidamente, o rapidamente incarcerare, i clandestini, ossia un numero di non aventi diritto alla cittadinanza e dunque potenzialmente più delinquenti dei delinquenti e pazzi italiani DOGC con “la chitarra in mano”.

  3. Le attuali leggi non permettono alle forze dell’ordine – perché un internamento senza processo ed una eliminazione in campo di concentramento non è ancora all’ordine del giorno – di arginare la presenza e la delinquenza dei clandestini prima che impazziscano e delinquano.

  4. L’attuale codice penale – questa la più rilevante imbecillità a mio vedere – che prevede in atti criminali il concetto di “infermità mentale” rischia di metter in libertà un pazzo assassino. Anche qui vale il corollario del primo punto: e se per effetto dell’infermità mentale ad uscire è un folle delinquente ma con nazionalità italiana? Qui il “beneficio” deve esser conservato?

Dunque, seguendo il ragionamento dell’imbecille e i suoi corollari, dovremmo indicare la direzione politica dell’analisi: estendere e rafforzare il concetto di “nazione” e “frontiera“ in modo da renderla il più possibile inaggirabile, non permeabile, soprattutto al branco di peone altermondisti. Estendere e rafforzare i poteri delle forze dell’ordine contro questa massa di potenziali delinquenti e pazzi, ossia arrestare, incarcerare, espellere a man bassa. Rafforzare istituzioni come il manicomio criminale od altri sistemi per cancellare l’esistenza sociale di chi impazzisce criminologicamente, o forse meglio di chi impazzisce tout court, visto che di un pazzo non ti puoi fidare, magari sta buono per anni e poi prende un piccone.

 

Tutto questo sulla base, notate bene, del delirio omicida di uno straniero.

 

Seguendo l’intelligenza di questo discorso grillesco o chi per lui messo in console da Casaleggio nello “staff nazionale”, per proteggerci adeguatamente, perché dunque non estendere ad libitum in concetto di frontiera?

Perché il delinquente o pazzo con carta di identità nazionale dovrebbe venire a delinquere od impazzire nei luoghi dove oggi giorno poso le mie terga?  Perché un criminale e folle, ad esempio ligure, senza tema di polizie, permessi e frontiere, dovrebbe avere la possibilità di andare a prendere a martellate qualcuno in Piemonte? Perché è italiano? Ed al martellato piemontese cosa gliene frega? A rigore, poteva restare in Liguria, e prendere a martellate qualcuno dei “paesi suoi”. E non è a questo punto terribile che un pazzo di Sezze romano, potrebbe andare a bruciare qualcuno nella capitale? Se estendiamo frontiere, e pulizia-polizia geografica (che in Italia riuscirebbe meglio vista la quantità di incroci di quella etnica) all’interno di queste, perlomeno criminali e folli di questo o quel paesucolo, al massimo, potranno delinquere ed impazzire nel loro paesucolo: od essere riportati in camicia di forza appena pescati ad impazzire altrove che a casa propria. A quando la frontiera nazional-cittadina di Genova Nervi?

Ma a pensarci bene, nemmeno questo basterebbe. Perché come si risolve sul piano della “sicurezza” dall’impazzimento autoctono il caso del poliziotto di Palermo dalla vita integerrima che si è alzato dal letto per andare a sparare al figlio di otto anni che dormiva e poi si è suicidato? Minchia l’ha fato dentro casa sua: qui non c’è frontiera o polizia-pulizia nazionale regionale o di quartierino che tenga!

 

E se il polizotto fosse sopravvissuto al suicidio, e per l’omicidio del figlio avesse avuto il beneficio di una “temporanea incapacità di intendere e volere”, e dopo qualche tempo fosse stato messo in libertà ed avesse fatto un altro figlio?

 

Cosa avrebbe fatto la società della pulizia frontaliera evocata dalla richiesta di efficienza protettiva-espulsiva dell’ex divo catodico? Portarlo in acque internazionali e lasciarlo lì? Regalarlo all’India per metterlo assieme ai due Marò-contractor che per denaro e per sbaglio hanno ammazzato due pescatori, e che quindi, da un punto di vista etico, sono quasi peggio di Kabobo, che perlomeno era impazzito, mentre loro erano “nell’esercizio delle loro funzioni”.

Purtroppo in tema di immigrazioni non si tratta di assumere il punto di vista borghesotto e benpensante da salotto di sinistra ( a cui di sinistra è rimasto solo il bel pensare in salotto) di una positività della cosiddetta società multietnica. E’ chiaro che questa – come per tutto il resto che ci circonda però – è determinata dal dominio folle dell’economia di mercato, e non posta in essere dal libero mutuo movimento degli esseri umani.

 

Ma proprio per questo motivo, non si può liquidare con ragionamenti raffazzonati ed imbecilli il problema.

 

La verità è che Grillo e la gran parte del M5s hanno assunto ormai la squallida e reazionaria veste che ogni popolar-nazionismo (non dico “nazionalismo” solo per distinguere questa imbecillità da quella di un La Russa) finisce per indossare prima o poi.

 

 

 

 

 

Verso un programma per l’immigrazione

immigrazione

(di Massimo Maggi)

In un mondo globalizzato, dove passano senza problemi merci e denaro, non riusciamo a far passare le persone, le loro culture ed i loro sogni. Il denaro, anche se sporco e non regolare, trova ospitalità in ogni luogo. Le merci, ridotte a feticci ad uso consumistico, transitano ed inquinano senza necessità di cittadinanza. Riusciamo a chiamare servizi anche lotterie e scommesse clandestine che transitano in rete e distruggono la vita degli individui, ma non una parola sul loro lerciume e sulla loro capacità di distruzione etica e morale. Ma quando parliamo di persone costrette ad immigrare per colpa delle nostre ipocrite nefandezze allora scatta la diffidenza e l’ostracismo verso l’umanità. Spalanchiamo le porte ad investitori internazionali senza annusare l’odore dei loro marci denari e storciamo il naso di fronte alla vita di donne e uomini che dovremmo accogliere e farli sentire a casa loro come, se non meglio, di quella che, con le nostre invasioni e le nostre devastazioni, gli abbiamo tolto.

L’immigrazione è e deve essere considerata una risorsa, non un problema per la sicurezza. E’ una risorsa di sviluppo umano e culturale prima che lavorativo, sulla quale investire per poterla valorizzare. Non si regola inasprendo leggi, o proponendone altre ancora più restrittive sulla cittadinanza e sui permessi di soggiorno. In Italia abbiamo partorito delle leggi criminali e criminogene, dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini. Rendendo illegale e clandestino l’immigrato prima di averlo regolarizzato equivale a fare di un qualsiasi cittadino un assassino prima del suo processo o addirittura prima del suo reato.  La irregolarità e la clandestinità favoriscono il proliferare di attività criminose non solo a discapito dell’immigrato ma soprattutto della comunità locale, in quanto l’esistenza di una classe di ‘cittadini’ svantaggiati favorisce la speculazione al ribasso per lo sfruttamento e la sottomissione dell’intera collettività. Il diritto di cittadinanza deve essere automatico e regolarizzato attraverso una integrazione adeguata; tramite questa si toglie la paura del diverso e si evita che “l’immigrato” venga utilizzato come collettore unico di problemi in una semplicistica ed errata risposta alla frustrazione generale di cui siamo tutti vittime, anche e soprattutto gli immigrati stessi. A questo si aggiunge l’ovvio e imprescindibile presupposto della necessità che tutti, italiani ed immigrati, rispettino le regole della convivenza civile e le leggi del nostro Stato, senza eccezione alcuna. Vanno fatti investimenti mirati principalmente all’apprendimento della lingua e all’educazione civica per l’immigrazione regolare, si devono aiutare le associazioni di volontariato esistenti sul territorio con ­finanziamenti a progetto per aiutare/controllare l’immigrazione irregolare. Dobbiamo abbandonare la visione miope ed ipocrita che vuole vedere l’immigrato come bisognoso di carità. Il movente peggiore dell’immigrazione è quello dovuto a guerre e carestie, che oggi sono cadute su di loro,  e che domani, come successo in passato, potranno ricadere su di noi. Ma non è il solo e non è l’unico possibile. Si immigra anche per scelta o necessità personale. Si immigra anche per amore. Ma ai nostri statisti nostrani questa possibilità gli sfugge. E’ necessario distinguere il diritto di cittadinanza dal dovere di nazionalità. Il primo per noi non ha preclusioni, il secondo è un dovere che il singolo Cittadino del Mondo deve poter scegliere in piena autonomia e capacità.