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Geometrie non euclidee.

geometrieNon raggiungeremo mai alcun fine costituzionale ne tanto meno la nostra felicità se continuiamo ciecamente e stupidamente a perseguire un bene economico nell’accumulare capitali monetari che non corrispondono a beni reali. Non è possibile, ne pensabile, misurare l’orgoglio nazionale sulla base del MibTel, del Dow-Jones o dello Spread, ne tanto meno il successo della nostra nazione sulla base del prodotto Interno Lordo (PIL). Quest’ultimo acronimo, elevato a dogma, comprende quanto di peggio siamo riusciti a produrre su questa terra. Questa idiozia del PIL, partorita da menti ristrette e malate, comprende anche l’avvelenamento dell’acqua e dell’aria che respiriamo, le emissioni nocive e tossiche delle nostre fabbriche di morte. Comprende anche le ambulanze utilizzate per sgomberare le strade dalle carneficine dei fine settimana. Questo PIL comprende i disastri nucleari e l’inquinamento dei mari, le alluvioni e smottamenti e la conseguente Business Company del disastro che ci lucra sopra. Il PIL mette nei suoi conti le serrature speciali e porte blindate delle nostre abitazioni, e le prigioni per coloro che cercano di svaligiarle. Comprende programmi televisivi volgari e violenti per vendere prodotti ancor più volgari e violenti ai nostri figli e nipoti. E più aumenta l’inquinamento, il disastro e l’insostenibilità e più aumenta il PIL. Cresce con la produzione di armi, con la produzione di agenti inquinanti e con la devastazione del pianeta. Cresce con le malattie e con i profitti delle case farmaceutiche. Cresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte di chi è escluso dal PIL. Più l’umanità degenera e più il PIL cresce. Ai sacerdoti del PIL non interessa la nostra salute ne quella del pianeta, perché il PIL non tiene conto dell’educazione dei nostri figli o della gioia nei loro momenti di svago. Non comprende ne bellezza ne poesia, ne solidarietà ne sentimenti, ne intelligenza ne onestà. Non tiene conto, e ne è anzi nemico, della giustizia, della equità e della verità. Il PIL non misura ne la nostra arguzia ne il nostro coraggio, ne la nostra saggezza ne la nostra coscienza, ne la nostra compassione ne la devozione alla nostra terra. Misura tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sul capitale del nostro paese, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere italiani. A mezzo secolo di distanza il discorso di Robert Kennedy, tenuto all’università del Kansas, suona quanto mai attuale. Quanti altri Draghi, Monti o Renzi dovremo sopportare per abdicare da questa follia?

(massimo maggi)